Progettata dall’architetto Carlo Maria Sadich e inaugurata nel 1990, la struttura è caratterizzata da una semicupola di 54 metri di lato e alta 33.
Per sopperire alla carenza di un palasport e alle lungaggini burocratiche dell’iniziale progetto voluto dal comune di Ravenna, l’allora presidente di Enimont Raul Gardini finanziò la costruzione di un altro palazzo dello sport, presso la Darsena di città, intitolato a Mauro De André, dirigente del gruppo Ferruzzi e fratello del famoso cantautore Fabrizio, scomparso nel 1989.
La struttura, tuttavia, oggi votata allo sport locale e ai concerti di grandi maestri come Riccardo Muti, Mstislav Rostropovich e Uto Ughi, nell’ambito del prestigioso Ravenna Festival, si presenta più interessante di quanto non ci si aspetti da un palasport.
Al suo ingresso, abbellito dai mosaici di Luciana Notturni e ideati da Elisa Montessori, si trova il Danteum, per sottolineare il legame storico tra la città di e Dante Alighieri.
È costruito come un tempio greco periptero, sostenuta da cento colonne, tante quante i canti della Divina Commedia, con cinque colonne rosse di ferro (l’Inferno), tredici in marmo di Carrara (il Purgatorio) e nove di cristallo (il Paradiso), oltre ai pilastri in laterizio delle file esterne.
Il palazzo è di pianta quadrangolare, costruito in laterizio come gli edifici paleocristiani di Ravenna patrimonio Unesco, e raggiunge un’altezza di 33 metri, tanti quanti sono i canti di ogni cantina della Commedia dantesca.
Il suo interno, specie il primo piano, è decorato con marmi policromi che richiamano i pavimenti delle antiche basiliche bizantine.
A poca distanza, si trovano le fontane in travertino di Ettore Sordini e il “Grande ferro R”, l’ultima e imponente scultura realizzata da Alberto Burri nel 1990.
L’opera in metallo è composta da due mani rosso-arancio stilizzate, che alcuni interpretano come una chiglia di nave rovesciata ed altri come un simbolo di vicinanza e incontro tra culture, in riferimento all’antica vocazione di Ravenna, quale ponte tra Oriente e Occidente.