Il 23 luglio 1955 l’arcivescovo di Ravenna, monsignor Egidio Negrin faceva erigere la nuova parrocchia intitolata a San Pier Damiani, nell’allora quartiere Lanciani.
In seguito all’imponente sviluppo edilizio e demografico verificatosi nella zona della Darsena, afferente alla parrocchia ravennate dei santi Simone e Giuda, si era resa necessaria la presenza di una nuova “sede di preghiera e d’insegnamento”, come ebbe a specificare l’allora ministro dei Lavori Pubblici, Giuseppe Togni.
Il progetto dell’architetto Giovanni Gandolfi recuperò i moduli a pianta centrale dei monumenti bizantini ravennati.
Come la basilica di San Vitale, infatti, sia la chiesa che il campanile presentano una forma ottagonale, e la struttura è interamente realizzata in laterizio.
Nel 1959 i frati minori della Provincia di Cristo Re subentrarono a don Livio Bonati e venne posta in fondo all’abside la statua in bronzo del santo patrono, opera dello scultore Angelo Biancini, che nel 1961 realizzò per le pareti anche una bellissima Via Crucis in ceramica.
Nel 1965 fu installato un organo di Gaetano Antonio Callido, famoso organaro veneto di fine Settecento e inizio Ottocento, offerto dall’ingegnere Negri.
Venne anche ampliata la casa parrocchiale e l’oratorio che, nel 2006, si è arricchito di un busto di Giovanni Paolo II realizzato dallo scultore giapponese Nobuyuki Okumura, nato il 6 agosto 1953 a Tokyo e considerato l’erede di Emilio Greco.
Oggi la chiesa dedicata al Santo del Paradiso dantesco svetta in Piazza Papa Giovanni XXIII a Ravenna, simbolo di un quartiere in continua espansione.