Guidarello nasce a Ravenna quando la città è sotto il controllo della Repubblica di Venezia da una famiglia fiorentina, i cui membri sono conti e cavalieri del Sacro Romano Impero.
Da qui, forse, ha origine la sua inaffidabilità di condottiero che lo vede prima al fianco di Firenze, poi della Serenissima e, infine, al soldo del papa Alessandro VI, quando il figlio Cesare Borgia invade la Romagna.
Pare, tuttavia, che abbia sempre mantenuto il ruolo di informatore segreto della Repubblica di Venezia e che questo suo opportunismo gli sia costato caro.
La leggenda racconta che Guidarello Guidarelli sia stato ucciso in duello dal nobile Virgilio Romano in ragione di una «camisa a la spagnola bellissima de lavori d’oro», nel febbraio del 1501.
Tuttavia, è molto più probabile che, approfittando dei tornei e dei balli in maschera organizzati dal Borgia a Imola durante il periodo di Carnevale, qualcuno abbia provveduto ad eliminare lo scomodo mercenario doppiogiochista.
Oggi, presso il MAR, Museo d’Arte di Ravenna, si conserva il suo gisant attribuito a Tullio Lombardo e voluto dalla nobile moglie del condottiero, Benedetta Del Sale.
In verità, i dubbi attorno a questa scultura sono molteplici: secondo alcuni esperti, sarebbe un falso ottocentesco, in quando non vi è traccia di compensi spettanti allo scultore veneziano per la realizzazione della lastra tombale del Guidarello.
Di fatto, la notorietà dell’opera crebbe a dismisura alla fine dell’Ottocento, grazie soprattutto a Corrado Ricci che ne fece realizzare molte copie da vendere alle Accademie di Belle Arti di mezza Europa.
Negli anni Trenta del secolo scorso la statua del cavaliere venne inviata a Parigi per una mostra sull’Arte Rinascimentale Italiana al Petit Palais, e quando fece ritorno a Ravenna, oltre ad una crepa al piede destro, era tutta imbrattata di rossetto.
Qualcuno, difatti, aveva fatto circolare la diceria che coloro che avessero baciato il Guidarello sarebbero andate in sposa entro l’anno. Provare per credere!