Migliaccio scappato

Il migliaccio scappato è un dolce che riprende la tradizione Romagnola in maniera però rivisitata.  Vediamo come prepararlo.

Il migliaccio scappato è un dolce che riprende la tradizione Romagnola in maniera però differente. Questa torta è semplice da realizzare e presenta ingredienti semplici. Tra i prodotti utilizzati per ottenere questo dolce, c’è anche il vino Sangiovese tipico proprio delle terre di Romagna.

Migliaccio scappato: la ricetta

La ricetta del migliaccio scappato è semplice e tutti possono quindi prepararlo a casa propria. La ricetta in questione è riportata all’interno del libro “La cucina della Romagna – 250 ricette tradizionali” di Laura Rangoni.

Ingredienti

  • 1 tazza di Sangiovese
  • 1 l di latte
  • 1 stecca di cannella
  • 1 baccello di vanillina
  • 3 fette di pane raffermo
  • 100 g di zucchero
  • 50 g di canditi
  • 50 g di uvetta
  • 50 g di mandorle

Per la pasta matta:

  • 300 g di farina
  • 1 bicchiere di acqua
  • un pizzico di sale

Preparazione

«Un tempo il migliaccio si faceva col sangue di maiale ancora caldo, quando la bestia era stata appena macellata. Portate a ebollizione il latte con la cannella e il baccello di vaniglia. Lasciate bollire 5 minuti, poi spegnete il fuoco, lasciatelo intiepidire e filtratelo. Rimettetelo nella pentola e metteteci dentro il pane raffermo, sminuzzandolo con le mani fino a quando sarà completamente disfatto.

Aggiungete il Sangiovese (che sostituisce il sangue di maiale) e lo zucchero. Unite i canditi, l’uvetta e le mandorle tritate. Sulla spianatoia impastate la farina con un po’ di acqua d’acqua e un pizzico di sale fino a quando otterrete un composto morbido, che farete riposare una decina di minuti. Col matterello tirate una sfoglia sottile.

Foderate con la sfoglia matta una teglia da forno precedentemente unta e riempitela col migliaccio scappato.

Preriscaldate il forno a 150° e lasciate cuocere un paio d’ore.» (così scrive L. Rangoni in “La cucina della Romagna – 250 ricette tradizionali”, Newton Compton editori s.r.l, 2015, pp. 217-218)