Un’idea di museo dedicato all’identità culturale e alle tradizioni popolari.
Il Museo Etnografico degli Usi e Costumi della Gente di Romagna a Santarcangelo di Romagna, raccoglie e conserva le testimonianze della gente di un territorio ricco di tradizioni popolari: la Romagna, e in particolare quella meridionale, racchiusa tra l’Appennino e il litorale adriatico.
Inaugurato nel 1981, nasce dal paziente e appassionato lavoro di raccolta promosso ed attivato, dalla fine degli anni ’60, da un gruppo di volontari.
Nel 1973 tale gruppo si organizzò in un Comitato Etnografico, sotto la direzione di Giuseppe Sebesta (etnografo e museologo allora direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente trentina), con lo scopo di gettare le basi scientifiche per la costituzione di un museo.
Gli oggetti e gli strumenti esposti racchiudono la storia, la cultura, le tradizioni di un popolo, in tutti i sui aspetti molteplici e talvolta sconosciuti (simboli, riti, società, arte) e ci aiutano a comprenderne l’ambiente e la quotidianità.
Tra le peculiarità del museo, i Cumuli: monumenti alla memoria collettiva, e le Digressioni: oggetti che ci accompagnano attraverso il percorso museale, organizzato nelle diverse sezioni.
Nel 1985 si apre il Centro Etnografico per la Ricerca e la Documentazione e l’avvio e l’organizzazione sistematica delle campagne di ricerca e di produzione documentaria. Con questo centro il museo si dota di archivi e di strumenti di diffusione scientifica predisponendo laboratori di ricerca per promuovere lo studio delle tradizioni popolari.
Dal 1996 il museo assume la forma organizzativa di Istituzione pubblica dotata di autonomia culturale e gestionale ed addotta la sigla MET ( Museo Etnografico) nel proprio logo.
Fatto curioso, il Museo espone le più rappresentative “caveje”, delle 130 possedute, che coprono un periodo che va dal XVI secolo agli anni Cinquanta del Novecento.
Il percorso ci fa entrare nelle case, centro dell’esistenza contadina, ci porta poi alla terra sostentamento e vita di ogni uomo e ci mostra attraverso attrezzi e strumenti quel mondo contadino che faceva coincidere la casa, con tutto il podere, le persone e la terra. Realtà legate tra loro nella vita quotidiana e nel lavoro da cicli stagionali, rituali e sociali, ben scanditi.