asino di razza romagnola
Asino di razza romagnola sotto la pioggia (foto Shutterstock)

L’asino Romagnolo è una razza antica che ha avuto un ruolo determinante nell’economia del territorio ed è stata considerata una sottorazza del Pugliese.

Dal secondo dopoguerra, così come per le altre popolazioni asinine, il forte ridimensionamento dei mulini, la progressiva meccanizzazione in agricoltura e l’abbandono delle zone collinari e montane, hanno determinato un progressivo declino della razza, fino a rendere necessario un programma mirato di recupero, specialmente nell’area del forlivese.

La povera gente ha sempre visto nell’asino il ritratto della propria condizione umile, paziente e bistrattata. Resistente alla fatica, al freddo, alla fame, al caldo, alle bastonate e alle intemperie, sembra che in lui non vi sia un limite alla sopportazione.

Da ciò sono fioriti molti detti di scherno il cui protagonista è il povero asino, che per fortuna oggi sappiamo essere molto più intelligente di altri animali nonché di moltissimi umani.

Il detto “Maz l’è e més di sumër”, maggio è il mese degli asini, ha forse origine dal fatto che il loro poco giudizio assecondi la tradizione in base alla quale tutti gli esseri concepiti o nati in maggio sarebbero soggetti alla pazzia.

Tuttavia, l’espressione più nota legata alla paziente bestiola è “èsar com’e’ sumar ad Scaja, ch’l’aveva trentasì mêl sot a la coda”, essere come il cavallo di Scaglia, che aveva trentasei mali sotto la coda, riferito ad una persona afflitta da mille malanni.

Chi sia questo ignoto signor Scaglia nessuno lo sa, ma potrebbe anche trattarsi della personificazione della miseria dal momento che nella Bassa Ravennate usa dire: L’ha ‘na scaja com’e’ zivl’ d’vala”, ha una miseria come il cefalo di valle, cibo povero per gli abitanti delle aree vallive. Infine, si dice anche in tono colorito “T’am per e’ sumar d’Scaja, che e’ bus piö znin l’è quel de cul”, mi sembri il somaro di Scaglia, che il buco più piccolo è quello del didietro, quando una persona è conciata davvero male.