La ‘transizione verde’ di cui parlano i politici è stata anticipata dalle tradizioni dei vallaroli che, sfalciando le erbe palustri, hanno mantenuto per secoli un perfetto equilibrio tra la presenza umana e l’elemento naturale.
Oggi si fa un gran parlare di Green Deal europeo o Patto Verde, un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica in Europa.
Per quanto possano apparire innovative, basterebbe guardare alla Romagna di un secolo fa per capire che queste ‘politiche green’ non sono poi così nuove.
Prima dell’invenzione della plastica, le materie prime di buona parte dei manufatti di uso quotidiano erano la canna, la stiancia, il carice, il giunco e la saggina, tutte erbe palustri sfalciate da competenti vallaroli, in grado di mantenere un equilibrio ambientale, floristico e faunistico perfetto, oggi a rischio.
La saggina, la mêlga in dialetto romagnolo, è un cereale della famiglia delle graminacee alto oltre due metri con aspetto simile al mais, che porta in cima un’infiorescenza a pannocchia con rametti densi e allungati; a fine maturazione, una volta sgranata ed essicata, era ideale per produrre garnê e garnadël, scope rigide e scopetti, usati rispettivamente per spazzare l’aia o per pulire il tagliere prima di fare la pasta.
Gli intrecci di salice e canna servivano a realizzare panieri, mentre con la paviera o tifa si facevano le famose sporte.
Le erbe palustri erano funzionali anche ai riti religiosi: il 3 maggio, per ricordate la solennità del ritrovamento della Santa Croce, la mattina a digiuno, i contadini intrecciavano sottili croci di canna nelle quali inserivano un ramoscello d’ulivo benedetto la Domenica delle Palme e le piantavano in mezzo al campo a protezione del raccolto che stava maturando e per scongiurare il pericolo della grandine. Contestualmente si procedeva alla tosatura delle pecore, come ci ricorda il detto popolare par Sânta Crosa pigra tosa, per Santa Croce si tosa la pecora.
Dal 1985, l’Associazione culturale Civiltà delle Erbe Palustri, tramite l’allestimento dell’Ecomuseo di Villanova di Bagnacavallo, ha l’obiettivo di ricordarci che non bisogna guardare poi così lontano per trovare uno stile di vita più ‘green’.