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La Romagna è sempre stata una terra di contadini. I momenti principali dell’anno agricolo sancivano lo scorrere del tempo

I momenti principali dell’anno agricolo erano questi.

Il 2 febbraio era il giorno della Candlóra (Candelora). Si guardava il cielo per capire come sarebbe stata la primavera.

Fra la fine di febbraio e l’inizio di marzo si accendevano al fugarèn (in sostanza dei falò), che dovevano rendere propizio il tempo a venire. Era un modo per “far luce” al mese di marzo e farlo arrivare in fretta, sconfiggendo il gelo.

Intorno al 25 marzo si seminava la canapa.

Durante l’estate, a giugno (rigorosamente il 24), si mieteva e trebbiava il grano. In agosto, la canapa di marzo veniva raccolta.

Ma è settembre uno dei mesi più importanti. Innanzitutto c’era la vendemmia. E poi c’era la raccolta del mais (e’ furmintò), che era un’occasione di festa e socialità. La spannocchiatura coinvolgeva davvero tutti, si cantava e si ballava.

In autunno si lavorava la canapa.

L’11 novembre, invece – il giorno di San Martino –, chiudeva l’anno agricolo. Ci si preparava per l’inverno e per combattere il freddo, si macellava il maiale e si raccoglievano le castagne.

Ovviamente, anche questi momenti erano occasioni di socialità.