Il giorno 8 dicembre 1854 papa Pio IX lesse il testo della bolla con cui affermava il dogma dell’Immacolata Concezione, punto di arrivo di un lungo percorso.
La festa della nascita della Madonna, concepita senza il peccato originale, era stata introdotta in Occidente già da papa Sergio I nel VII secolo, esattamente nove mesi dopo, l’8 settembre.
Secondo la studiosa Luisa Renzi Donati, alla definizione dell’Immacolata Concezione avrebbe collaborato anche la Diocesi di Faenza, tanto che i Faentini venerano da circa cinquecento anni l’icona dell’Immacolata Concezione in San Francesco.
In suo onore, all’interno della chiesa gotica, è stata realizzata appositamente una sfarzosa cappella settecentesca, ornata di stucchi e marmi, tipica del tardo barocco locale.
Si tratta di un’immagine, trovata in una legnaia del convento delle clarisse, che rappresenta la Madonna mentre accosta la sua guancia a quella del Bambin Gesù, secondo la tipologia bizantina della Vergine glycophilousa o «della tenerezza».
In Romagna esistono svariate chiese dedicate all’Immacolata Concezione, come quella di Forlimpopoli, meglio nota come chiesa del Carmine, perché destinata ad accogliere una piccola comunità di Padri Carmelitani dal 1626.
Al suo interno si conserva una pala dell’Immacolata Concezione del pittore ravennate Francesco Longhi (1544-1618), collocata posta sotto ad una notevole volta celeste in cui è dipinta l’Assunzione della Vergine, attorniata dai quattro evangelisti nei quattro pennacchi.