Basilica di Sant'Apollinare in Classe

Come spesso accade per i santi del I secolo, definiti spesso protomartiri, non esistono fonti storiche certe sulla vita di Sant’Apollinare, primo vescovo di Ravenna e patrono dell’Emilia-Romagna.

Così come il vicino Mercuriale di Forlì significa sacro a Mercurio, Apollinare significa sacro ad Apollo, il dio Sole che viene da Oriente, proprio come il protovescovo ravennate.

Determinante nella sua vita sembra essere l’incontro con l’apostolo Pietro nella città di Antiochia, dove è nato, attualmente nella Turchia meridionale.

Apollinare resta folgorato dalle parole dell’apostolo Pietro e decide di seguirlo a Roma. Da qui Pietro lo invia a Classe, vicino Ravenna, dove la marina romana ha una base con centinaia di marinai per lo più provenienti dalle terre orientali.

Si tratta di una nuova missione evangelizzatrice, come quelle in Mesia e Tracia.

Arrivato in città guarisce la moglie del tribuno e fa molti proseliti, attirandosi le antipatie dei pagani che gli intimano di non predicare e gli chiedono di sacrificare agli dei.

Apollinare si rifiuta, poiché gli idoli sono fatti d’oro e d’argento, materiali preziosi che sarebbe meglio donare ai poveri.

Un giorno, intorno al 70 d.C., ai tempi dell’imperatore Vespasiano, tornando dalla visita a un lebbrosario, viene preso a colpi di pietra e muore sette giorni dopo.

Anche se alcune fonti collocano la vita del santo più avanti, intorno al 150-200, sul luogo del martirio verrà edificata l’attuale basilica di Sant’Apollinare in Classe, consacrata nel 549.

Il suo culto si diffonde rapidamente, ben oltre i confini cittadini: arriva a Roma grazie ai pontefici Simmaco e Onorio I, il re franco Clodoveo gli dedica una chiesa vicino Digione, ma è in Germania che il suo culto si radica più profondamente.

Ancora oggi, a Remagen, lungo il Reno presso Bonn, esiste una grandiosa Apollinariskirke, in cui si dice siano conservate le reliquie del nostro santo.