Abbazia di San Mercuriale a Forlì (foto S.Togni)

L’episodio principale della vita del santo riguarda un terribile drago che, nel corso del IV secolo, infestava la zona tra Forlì e Forlimpopoli.

D’accordo con Ruffillo, Mercuriale riuscì ad immobilizzarlo e a rinchiuderlo in un pozzo dove il drago è rin­chiuso tuttora e dove tutti gli anni a Forlì, nel giorno della ricorrenza di San Mercuriale, il 26 ottobre, si agita e freme.

Proprio con Ruffillo, vescovo di Forlimpopoli, l’omologo riminese Gaudenzio, Leo di Montefeltro e Geminiano di Modena, Mercuriale partecipò al Concilio di Rimini del 359 contro l’eresia ariana.
Morì il 30 aprile, dopo aver esortato il suo popolo a non abbandonare la fede; sul luogo del martirio, venne edificata l’attuale abbazia che abbellisce oggi la centralissima piazza Saffi.

Secondo alcuni storici, però, la data del 30 aprile corrisponderebbe alla consacrazione della Basilica a lui dedicata, come accade per altre chiese importanti del territorio.

Un altro celebre miracolo compiuto da San Mercuriale coinvolse Galla Placidia e Ataulfo re dei Visigoti nell’attuale quartiere Schiavonia, ma la collocazione nel V secolo non è documentata da alcuna fonte attendibile.

Un importantissimo studio scientifico condotto sulle reliquie del santo tra il 2018 e il 2019 ha stabilito che testa e corpo appartengono alla stessa persona, di probabile origine armena, vissuta tra il II e il III secolo, quindi precedentemente alla datazione tramandata dalla tradizione e dal folclore.

Tuttavia, pare che la città di Forum Livii abbia avuto almeno tre vescovi col nome di Mercuriale e le vicende delle loro vite potrebbero esser state scambiate o essersi sovrapposte.