La Bandiera della Repubblica di San Marino (foto S.Togni)

Il santo fondatore della più piccola e più antica repubblica del mondo Marino nacque ad Arbe in Dalmazia sul finire del terzo secolo.

Assieme al compatriota Leone, si recò a Rimini, dove lavorò per la ricostruzione della città devastata dai Liburni, popolo slavo proveniente anch’esso dall’altro lato dell’Adriatico.

Perseguitato in quanto cristiano, si ritirò a vita eremitica sulle pendici del Monte Titano, a pochi chilometri dalla città portuale romana, così come il compagno Leo prese dimora sul vicino Monte Feretrio.

La riminese Felicita, citata dalle fonti anche come Donna Felicissima, convertitasi alla nuova fede grazie alla guarigione del figlio Verissimo per opera di Marino, volle donare proprio a lui il monte di cui era proprietaria.

Ricco di meriti, il pio eremita visse a lungo sul Titano dove fondò l’embrione dell’attuale Serenissima Repubblica di San Marino, lasciando ai suoi seguaci, cristianizzati, il ricco patrimonio di pace e di libertà.

Ancora oggi, difatti, la parola latina “libertas” troneggia nello stemma nazionale.

La tradizione vuole che Marino morisse il 3 settembre 301 d.C. pronunciando queste ultime parole, simbolo della sua missione, “Relinquo vos liberos ab utroque homine”, vi lascio liberi da ambedue gli uomini, intesi Imperatore e Papa.

Difatti, fino alla visita pastorale del Santo Padre Benedetto XVI nel giugno 2011, nessun crocifisso era collocato sull’altar maggiore della Basilica del Santo, a dimostrazione che nemmeno il Cristo aveva la facoltà di togliere la libertà ai Sanmarinesi.