Dalle Olimpiadi di Los Angeles e Berlino fino alla sua carriera da allenatore nel dopoguerra, ripercorriamo le tappe della vita di un mito romagnolo
In Romagna in molti ricordano le sue gesta ma soprattutto i più giovani potrebbero non sapere perché è tanto conosciuto. Andiamo alla scoperta di colui al quale è stato intitolato anche lo stadio.
«Dai ragazzi! Tutti al Romeo Neri domenica, c’è la partita!» Una frase che sicuramente molti giovani tifosi del Rimini hanno pronunciato. Quanti di loro, però, sanno realmente chi è quel Romeo Neri al quale è intitolato lo stadio della loro città?
Ultimo di cinque figli, Romeo Neri è nato a Rimini il 26 marzo del 1903. Fin da piccolo ha sempre avuto la passione per lo sport ed ottenne i suoi primi successi nel nuoto dove arrivò terzo nella traversata del golfo di La Spezia e nei 400 metri piani dove conquistò una medaglia di bronzo ai campionati italiani. Dopo queste imprese, decise di dedicarsi al mondo della ginnastica artistica e le sue doti non passarono inosservate.
Le Olimpiadi di Los Angeles e Berlino
Nel 1931, Romeo Neri partì alla volta dell’America per i giochi olimpici ed era considerato l’uomo di punta degli azzurri. L’atleta romagnolo non deluse le aspettative e conquistò tre medaglie d’oro. Non ebbe la stessa fortuna nel 1936 quando non riuscì a partecipare alle Olimpiadi di Berlino per uno strappo muscolare al bicipite.
La sua vita da allenatore dopo la Seconda Guerra Mondiale
Al termine del secondo conflitto mondiale, Romeo Neri divenne allenatore per la compagine azzurra ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto nel 1951 e alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952. Quasi dieci anni dopo, il 23 settembre 1961, morì nella sua Rimini.