Storico e scrittore riminese del XVII secolo, nel 1610 l’Adimari riferisce di essere andato in barca con dei pescatori davanti al promontorio di Gabicce, vicino a Cattolica, e di avere trovato una porzione di torre fortificata.
Autore del Sito riminese, la prima storia della città e del territorio di Rimini pubblicata a Brescia nel 1616, egli riferisce anche di avere individuato un cippo dedicato a Giove Sereno, protettore dei naviganti, a Gabicce Monte e di avere riportato alla luce dai fondali un’antica campana e delle statuette, rimaste intrappolate nelle reti da pesca.
Queste testimonianze antiche non fanno che tenere in vita la leggenda della città sommersa di Valbruna, indicata nelle carte antiche col nome di “città profondata”, confermata da riprese video di alcuni sommozzatori.
La leggenda narra che, dall’altra parte del mare, un re fede tagliare un pezzo di montagna vicino al Mar Nero, dove c’era Costantinopoli per creare un canale lungo 18 miglia. Il taglio causò un’enorme inondazione e grossi terremoti che colpirono la costa romagnola, peraltro attestati scientificamente.
Per questa ragione, com’era successo tempo prima alla mitica Atlantide, anche Valbruna sprofondò sotto il mare, dove si trova ancora oggi e che sprigiona, tra una fantasia e l’altra, leggende, storie di fantasmi e principesse abbandonate.