Molo di Marina di Ravenna
Vista del molo di Marina di Ravenna presso il faro (foto S.Togni)

Nel 1737, per evitare che Ravenna venisse inondata ulteriormente, viene modificato il corso dei fiumi Ronco e Montone; di conseguenza il Porto Candiano e il Canale Panfilio ubicati a Sud della città, diventano inutilizzabili.

Il nuovo porto è localizzato più a Nord, nella grande baia o ‘insenatura’, detta Baiona, e viene congiunto a Ravenna tramite lo scolo delle acque della città: il canale della Fossina. Il porto ed il canale prendono il nome del Papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini. L’arretramento del mare, poi, farà spostare la bocca di porto progressivamente più in avanti. Nel 1764, viene edificato il Casone della Sanità, noto in seguito come Fabbrica Vecchia per volontà dei marchesi Cavalli, a cui Clemente X aveva dato il privilegio di sfruttare il porto di Ravenna.

Il rudimentale faro della Fabbrica Vecchia, a metà dell’Ottocento, verrà ricostruito in fondo alla palizzata in legno con il fanale a candela, visibile a poche centinaia di metri. Tuttavia, Porto Corsini, resta, stando alle cronache del tempo “un portuccio sperso nella limosa e palustre spiaggia marina, angustissimo e mal provveduto di comodi di sanità e commercio non meno che di piccolo arsenale e quale che più importa spopolato, deserto e con piccolissimo numero di bastimenti più da pescagione che mercantili”.

La pesca e lo scarso traffico del porto sono in mano a chioggiotti, riminesi, veneziani e altri forestieri; non esiste popolazione residente, tant’è che nel 1830 vengono costruite le Case Lunghe ed offerte ai pescatori a condizioni vantaggiose purché vi si trasferiscano stabilmente.

Con l’Unità d’Italia, grazie al decreto del governatore dell’Emilia, Luigi Carlo Farini, secondo cui il porto di Ravenna viene dichiarato di interesse nazionale, ha inizio il rinnovamento. Commissionato dal Genio Civile, viene inaugurato il nuovo faro nel 1963, distrutto tuttavia dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1872 è costruito, a mare, il primo stabilimento balneare e di lì a poco viene attivato il collegamento in vaporetto con la darsena di città per le persone; c’è anche un traghettatore che, con la barca, trasborda da una sponda all’altra. Il traino dei velieri lungo il canale avviene ancora dalla riva, con l’utilizzo di buoi e di cavalli: l’alaggio.

Nel 1930, Porto Corsini ottiene il riconoscimento di stazione di cura, soggiorno e turismo e assume il nome di Marina di Ravenna; il toponimo di Porto Corsini resta invece al faro, come riportato sulle carte nautiche, e al gruppo di povere case sorte lungo la riva settentrionale del canale, che gli abitanti di Marina chiameranno con disprezzo “Abissinia”.