Ostia antica
Monumento agli scariolanti romagnoli ad Ostia Antica (foto S.Togni)

Nato a Ravenna il 30 ottobre 1860 col nome di Dionigi Giovanni, dopo un anno, per volere del padre, assunse quello di Francesco Nullo, eroe bergamasco caduto in Polonia per la difesa della libertà.

Nel 1883, alla costituzione a Ravenna dell’Associazione generale dei braccianti agricoli, ne divenne il segretario e con questa riuscì a ottenere l’appalto dei primi lavori di bonifica dell’Agro Pontino.

Ancora oggi, in Piazza Umberto I ad Ostia antica, non lontano dal Viale dei Romagnoli, si trova il busto di Nullo Baldini, posto nel 1951 dai Cooperatori Ravennati, a margine di un’iscrizione con parole dell’imolese Andrea Costa e di un cippo dedicato agli scariolanti.

Nel 1901, lo stesso Baldini creò la Federazione delle cooperative della provincia di Ravenna e, negli anni tra il 1919 e il 1924 in cui fu eletto deputato, fu membro del Comitato direttivo della Confederazione generale del lavoro.


Sempre legato a Ravenna, fu tra i sottoscrittori assieme a Corrado Ricci e alla contessa Maria Pasolini Ponti di una raccolta fondi allo scopo di acquisire la prestigiosa Raccolta dantesca Olschki, acquisita dalla Biblioteca Classense nel 1905, in vista del secentenario di nascita di Dante Alighieri, celebrato nel 1921.

Nel luglio 1922, quando le camicie nere di Italo Balbo occuparono Ravenna e incendiarono la sede della Federazione, ex Palazzo Rasponi e oggi Palazzo della Pronvincia, Baldini venne risparmiato per volere di Mussolini, con cui aveva condivido l’ideologia socialista.

Dopo aver rifiutato la presidenza della Federazione offertagli dai fascisti, Baldini espatriò prima in Grecia e poi in Francia.

A Parigi riprese i contatti con gli esuli antifascisti e organizzò delle cooperative tra gli emigrati. Nell’ottobre del 1943, fu tra coloro che ricostituirono in clandestinità la Federazione socialista romagnola.

Riuscì vedere la liberazione della sua città dai nazifascisti e all’indomani del 4 dicembre 1944 era già la lavoro per reintegrare il patrimonio della vecchia Federcoop ravennate che, oggi, non a caso, è intitolata a lui.