Nato a Ravenna nel 1860, fu sindaco di Roma e senatore del Regno d’Italia, ma non dimenticò le sue pinete, che già papa Sisto V aveva definito “ornamento di tutta Italia”.
A partire dal XII secolo avviene una svolta nel rapporto tra uomo e ambiente. I boschi, infatti, prima luoghi pericolosi e da cui stare alla larga, diventano una risorsa di primaria importanza per le società locali.
Non sono quindi più boschi selvaggi e impenetrabili popolati da bestie feroci di cui avere paura, ma spazi vissuti e popolati, come attestato da vari documenti notarili, nonché le citazioni dantesche.
Il bosco, in quanto risorsa di primo piano, è gestito con interventi assidui di coltivazione e pulizia, che vengono affidati alle principali quattro abbazie del ravennate.
A conferma della convenienza economica del pino e dei suoi prodotti, nel Seicento troviamo veri e propri piani di rimboschimento, come una prescrizione dell’Abbazia di San Vitale che invitava i monaci a seminare i pinoli non troppo arsi dal sole il primo giorno immediatamente dopo la prima pioggia del mese di maggio.
La pineta storica ravennate, tuttavia, quella di Dante, Boccaccio, Wilde e Byron, subisce gravi perdite di pini in seguito a forti gelate accorse tra il dicembre 1879 e il febbraio 1880.
Ne uscì una controversia tra pinetofili, che avrebbero voluto rimboschire le aree morte, e pinetofobi, che ne approfittarono per ricavarne aree agricole o dedicate al pascolo di bestiame, come avvenne per la perduta Pineta di San Giovanni, compresa tra il fiume Bevano e il Savio.
Il 1° luglio 1901, il ravennate Rava, allora Ministro dell’Agricoltura, così si espresse al Senato: “Signori Senatori, il disegno di legge che sottopongo al vostro sapiente giudizio ha per fine di arrestare l’eversione della pineta di Ravenna, il cui nome è registrato nella storia della civiltà nostra, e di farla risorgere e prosperare con azione diretta, perseverante, efficace dello Stato…”.
Il 16 luglio 1905, è promulgata la Legge n. 441 che dichiara inalienabili, a scopo di rimboschimento, i relitti marittimi, cioè le dune costiere, nella provincia di Ravenna per la conservazione della pineta.