Azdora romagnola
L'azdora è una figura tipica della tradizione romagnola (Shutterstock.com)

Chi era costei? L’azdora è una delle figure archetipiche della tradizione romagnola, e il fulcro della sua storia

Secondo il Vocabolario romagnolo di Libero Ercolani (insegnante e dialettologo ravennate), la definizione di azdora è “colei che presiede al governo della casa”, traducibile con il termine reggitrice. La figura dell’azdora, infatti, rappresentava la padrona di casa da manuale – colei che accudiva famiglia e prole, preparava da mangiare, puliva e rammendava.

Una casalinga tuttofare, fulcro della famiglia e completa direttrice ed esecutrice delle attività domestiche. Il suo ruolo veniva tramandato dalla famiglia di origine alla “sposa”, cioè la moglie del figlio (o comunque a una donna più giovane). Un tempo – si parla dell’inizio del secolo scorso –, le famiglie erano composte da tantissimi figli, e le azdore erano il centro di tutto.

Oggi, la figura dell’azdora viene ricordata con affetto e ammirazione, ed elevata a figura archetipica della tradizione romagnola. La saggezza popolare delle azdore brilla soprattutto nel campo della cucina. Stiamo parlando – ovviamente – della preparazione della sfoglia, regina della tavola in Romagna. Ma attenzione: non bisogna confondere azdore e sfogline. Le seconde “tirano la sfoglia”, mentre le prime hanno anche il compito di accudire l’intero – per citare Pascoli – “nido” familiare.

Il significato della parola “azdora”