Il severo volto del dittatore Adolf Hitler a confronto con l'opera presentata nel corso dell'evento (foto per gentile concessione di Andrea da Montefeltro)

Questo il titolo dell’evento che da pochissimo si è svolto nella suggestiva cornice del Castello dei Brancaleoni a Piobbico, in provincia di Pesaro e Urbino.

L’arte come antidoto alla dittatura e al totalitarismo disumanizzante: è questo, in sintesi, ciò che possiamo intuire osservando l’opera in copertina.

Tale dipinto è stato presentato in anteprima mondiale pochi giorni fa nell’entroterra pesarese, precisamente presso il Castello dei Brancaleoni.

Il dipinto è opera, come si legge nel comunicato stampa dell’evento, “di un grande maestro del ‘900 che ha voluto rappresentare il volto di Hitler con oggetti ed elementi vietati dallo stesso dittatore, come a volerlo demonizzare mettendo in ridicolo la sua immagine”.

Il pittore ha così voluto esprimere attraverso il canale universale dell’arte tutto il suo dissenso nei confronti della dottrina nazista.

Ad aver intuito che l’artista in questione sia, forse, nientemeno che lo spagnolo Pablo Picasso, protagonista indiscusso dell’arte europea del XX secolo, l’esperta d’arte internazionale Annalisa di Maria; su questa ipotesi sono concordi anche l’artista e biologo riminese Andrea da Montefeltro e il perito calligrafo forense Stefano Fortunati.

Solo ulteriori e più approfondite indagini potranno in futuro svelare se il dipinto sia realmente opera di Picasso.

Tuttavia, i valori che esso incarna e trasmette – quelli dell’opposizione al nazifascismo – prescindono dall’attribuzione ad un particolare artista e continueranno ad alimentare ogni società democratica.