Una storia sulla volontà e ricerca di novità per unire utile e bello…
Le continue rotture dei fiumi Ronco e Montone generavano una situazione precaria per la città di Ravenna nel ‘700. Fu solo con la nomina di Bartolomeno Massei, legato di Romagna, che la situazione trovò qualche miglioramento.
Si progettò infatti in tale periodo una diversione dei fiumi tramite lo scavo di un alveo e la costruzione della chiusa di San Marco e di tre nuovi ponti in legno. I lavori continuarono sotto il nuovo legato di Romagna, il cardinale Giulio Alberoni.
Il “Piano Alberoni” portò alla realizzazione di un nuovo ponte, Ponte Nuovo appunto, simbolo della volontà di cambiamento. Il materiale non sarebbe stato il legno ma la pietra e le linee guida per la costruzione non sarebbero state dettate solo dall’utilità ma anche dall’estetica.
La realizzazione fu maestosa: l’abbinamento del mattone laterizio con la pietra d’Istria , l’inserimento di cornici e membrature aggettanti, contrafforti obliqui e piccole scalinate. Il tutto per creare, altre a un pratico passaggio, una scenografia d’impatto.