Madonna Castelbolognesee
MAdonna della Concezione, Chiesa di S. Francesco, Castelbolognese

I Castellani e la loro fede secolare

Negli anni 1629-1630 la Romagna dovette affrontare il diffondersi della peste. La popolazione era nel panico, nel territorio di Castelbolognese gli abitanti si affidarono alla loro fede nel divino. Chiesero ed ottennero dal Vescovo di Imola il permesso di portare in processione l’immagine della B.V. della Concezione venerata da tempo immemore nella chiesa di S. Francesco, era il 15 Giugno del 1630. Per trenta giorni l’immagine rimase esposta ai fedeli.

Si narra, ma senza prove di veridicità, che a tranquillizzare la popolazione era no comparse sulle mura del Castello apparizioni della Santa Vergine.

Credenza o miracolo, il centro abitato di del paese fu risparmiato dalla peste.

Si rafforzò in quel periodo la fede degli abitanti nei confronti della Beata Vergine della Concezione. I Castellani vollero manifestare la loro gratitudine alla Patrona, decretando di allestire ogni anno, nel triduo della Pentecoste, solenni festeggiamenti religiosi e popolari: un impegno votivo, che dal 1631 ad oggi si è sempre rinnovato.

Nei decenni tra ‘800 e ‘900 si presentava nel territorio un crescente anticlericalismo, che sfociò in una serie di atti violenti e oltraggiosi nei confronti della Chiesa.

Il più vile e sacrilego, tra questi atti, è da considerarsi la decapitazione della statua della B.V. della Concezione, Patrona principale di Castelbolognese, nella chiesa di S. Francesco nella notte del 21 maggio 1893, lunedì di Pentecoste.

Gli autori del gesto sacrilego spogliarono la statua rimossa dall’altare e, ripiegato accuratamente il manto che la ricopriva, senza toccare nemmeno uno dei preziosi che l’ornavano, gettarono la testa mozzata nel pozzo del cortile annesso alla chiesa. 

Il racconto del recupero della testa non è certo; secondo le “Cronache parrocchiali” fu il Sacrestano, altre fonti assicurano che fu un muratore che aveva pulito poco prima il pozzo a calarsi nell’acqua fino al collo e sentendo l’oggetto con i piedi, raccoglierlo.

La B.V. fu prontamente restaurata dai Collina Graziani di Faenza.

Al posto del mazzo di fiori nella mano della Vergine fu posto il Castello, segno della profonda fede con cui i Castellani si affidavano alla “Madonna Bona”, la Madonna buona che non si era rivalsa sul paese per l’affronto ricevuto nonostante nel mese di settembre dello stesso anno si verificò un secondo tentativo di danneggiarla.