Proprio di fronte alla statua del marinaio realizzata nel 1954 dallo scultore Giannantonio Bucci e posizionata all’imboccatura del canale Candiano, si trova una semplice chiesetta dedicata al Santissimo Crocifisso.
Come recita una targa all’ingresso, il 25 ottobre del 1991 l’arcivescovo di Ravenna e Cervia Mons. Luigi Amaducci, concelebrante il rettore sacerdote Pier Giorgio Montanari, ha solennemente consacrato e dedicato a Dio in onore del SS. Crocifisso la chiesetta del camposanto, completamente restaurata e restituita all’originale decoro.
Oltre all’elegante leggio dorato con la scritta “Seme è la parola di Dio” e le effigi dei quattro evangelisti, l’edificio è abbellito dal monumento funebre in marmo bianco dedicato dal figlio Enrico, celebre scultore, al padre Pietro Pazzi, nato a Forlì nel 1785.
Nella controfacciata e alle pareti spiccano pitture coloratissime e dal tocco moderno.
Si tratta delle opere dell’artista bresciano Luigi Salvetti, qui installate in occasione della Pasqua del 1996 e benedette da Mons. Amaducci il 28 aprile dello stesso anno.
Presbitero della Diocesi di Brescia, classe 1939, Salvetti è autore di un libro sull’antico lessico clericale, oltre che artista da ben 55 anni.
In tanti anni di sacerdozio il numero di quadri dipinti, la maggior parte dei quali a tema religioso e commissionati anche da chiese del Brasile e dell’Ecuador, è impressionante.
Una targa in ottone firmata dal sacerdote Antonio Paganelli, sotto il dipinto della Resurrezione di Cristo, riporta questa scritta: «Ai nostri cari, o Signore, la vita non è tolta ma trasformata e mentre la morte distrugge la vita fisica del corpo umano inizia per essi la vita più certa, radiosa ed immortale col Cristo risorto».