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Proserpina Isotta Gervasi, nata a Castiglione di Cervia nel 1889, è stata la seconda donna in Italia a svolgere la professione di medico condotto, dopo la sarda Adelasia Cocco, e viene ricordata come la “dottoressa dei poveri”.

Primogenita di otto sorelle, studia medicina e chirurgia all’Università di Bologna e, dopo due anni dalla laurea, nel 1919, ottiene la specializzazione in pediatria.

È conosciuta anche come “l’angelo in bicicletta” perché, per assistere i pazienti faceva lunghi spostamenti in sella alla sua bicicletta, spesso senza compenso o in cambio di latte o uova.

Ottenuta la condotta medica a Savarna e a San Zaccaria nella campagna ravennate, fa della sua professione una vera e propria missione, superando le perplessità e le maldicenze della gente nell’incontrare un medico donna.

La condotta medica era stata istituita da poco, nel 1888, al fine di fornire cure mediche proprio ai meno abbienti, come quel contadino che da giovane Isotta dovette rianimare e che, forse, le diede l’impulso a prendersi cura degli altri.

Benvoluta da tutti per la sua disponibilità, professionalità e determinazione, nel 1933 lascia la condotta, acquista una auto e apre un ambulatorio a Ravenna.

Nel periodo della Seconda guerra mondiale, tuttavia, è costretta a riprendere i suoi spostamenti in bicicletta per mancanza di benzina.

Nel dopoguerra, conosce i principali rappresentanti della cultura romagnola, come Aldo Spallicci e, nel 1963, riceve dal Comune di Cervia il “Premio della bontà Notte di Natale” in segno di stima per il suo costante impegno; nel 1938 lo aveva ricevuto Augusta Rasponi, detta Gugù.

Stringe amicizia con Grazia Deledda (1871-1936) che così la descrive:

«La dottoressa è bella, elegante, alla sera si trasforma come la fata Melusina, con i suoi vestiti e i suoi gioielli sfolgoranti e gli occhi e i denti più sfolgoranti ancora: una fata lo è anche davanti al letto del malato, sia un principe o un operaio, al quale, oltre alla sua cura sapientissima, regala generosamente bottiglie di vino antico, polli e fiori. Il suo nome è Isotta.»

Muore a 78 anni, nella casa della sorella, a Modena, dopo avere dedicato tutta la vita alla cura del prossimo.