Il tempio del tempo: la torre dell’orologio

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Torre dell'orologio di Brisighella
Torre neogotica di Brisighelle con orologio alla romana

Orologi pubblici e ore italiche

Ogni piazza italiana che si rispetti ha la sua torre dell’orologio, da Rimini a Bertinoro, da Forlì a Ravenna. Anche una piccola località come Mercato Saraceno vanta ben due torri dell’orologio.

Dai tempi più remoti, infatti, l’imperativo di calcolare il tempo, il dio Crono degli Antichi Greci, ha fatto sì che si studiassero sistemi sempre più sofisticati, passando dai primitivi orologi solari ai primi orologi meccanici del XIV secolo. Secondo il bibliotecario e archivista Silvio Bernicoli, si deve a Guido da Polenta il primo orologio meccanico pubblico ravennate, inaugurato nel 1356.

Ciononostante, prima dell’introduzione dell’ora alla francese o ultramontana in età napoleonica, qui veniva usata l’ora alla romana o italica, che calcolava ventiquattro ore di stessa durata numerate dal tramonto (la 24° ora). Così facendo, però, il mezzogiorno non definiva ancora l’ora in cui il sole era allo zenit, ma era variabile e corrispondeva alla 19° ora in inverno e alla 16° ora all’estate. Ne è una chiara dimostrazione l’orologio della torretta neogotica di Brisighella. Qui, nel 1290, il condottiero Maghinardo Pagani da Susinana fece erigere il primo fortilizio del pittoresco borgo romagnolo utilizzando massi squadrati di gesso e ancora oggi la Torre dell’Orologio rappresenta un punto di riferimento per chi sale dalla vallata del Lamone, come fosse un ‘faro’.

Benché per molti il tempo non sia altro che un’illusione o una percezione mentale, cioè il kairos, spetta ancora oggi agli orologi delle nostre piazze il compito di calcolare il kronos, che fugge inarrestabile.