Sala del Volto, Museo dantesco di Ravenna

In occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, il 15 maggio scorso è stato inaugurato il nuovo Museo dantesco nel cuore della cosiddetta “zona del silenzio”.

Il Museo, aperto nel 1921 in occasione delle celebrazioni del sesto centenario della morte del Sommo Poeta, fu ideato dall’architetto Ambrogio Annoni, allora Sovrintendente di Ravenna, e da Corrado Ricci, colto studioso di Dante e fondatore della Soprintendenza ravennate.

Lo spazio museale presenta sia la possibilità di addentrarsi nell’immaginario dantesco con la forza dell’esperienza sensoriale che quella di apprezzare pezzi storici, come la cassetta di legno d’abete contenente le spoglie del poeta dal 1677 al 1865 e i doni della “Sala Montevideo”.

Questa sala deve il nome agli immigrati italiani di Montevideo che sostennero le spese per le decorazioni pittoriche in stile liberty assieme alla Società Dante Alighieri della capitale uruguaiana.

Una delle sale più curiose, tuttavia, è quella dedicata al volto di Dante. Qui un fascio di luci colorate illumina tre gigantesche riproduzioni del volto del poeta, realizzate da tre artisti italiani: il ravennate Enrico Pazzi, il palermitano Ettore Ximenes e il castellano Angelo Biancini.

Il celeberrimo monumento a Dante di Piazza Santa Croce a Firenze venne realizzato tra il 1856 e il 1865 da Enrico Pazzi, che aveva frequentato la locale Accademia delle Belle Arti, per celebrare il sesto centenario della nascita del poeta.

La scultura in bronzo di Ximenes si trova oggi a Washington, nel Meridian Hill Park, mentre il terzo volto appartiene alla scultura realizzata da Biancini nel 1968 per la Puerta de Dante presso il Parco del Retiro di Madrid.

Questo volto iconico, a tratti caricaturale, è stato reinterpretato nel corso dei secoli da tantissimi artisti che si sono misurati col volto del Sommo quasi fosse un esercizio di stile, come sottolinea anche l’apprezzatissima mostra collettiva sul volto dell’Alighieri “Dante Plus 700”, organizzata presso  la Biblioteca di Storia Contemporanea “Alfredo Oriani” di Ravenna.