Stefano Pelloni nato a Boncellino di Bagnacavallo nel 1824, che Giovanni Pascoli definisce “re della strada, re della foresta” è conosciuto anche come un sanguinario brigante attivo in Romagna due secoli or sono.
Tristemente famosi furono i fatti di Forlimpopoli quando, nella serata del 25 gennaio 1851, i briganti del Passatore rapinarono gli spettatori del Teatro comunale e stuprarono alcune donne.
Il loro obiettivo principale era senza dubbio il denaro che, una volta requisito alle sfortunate prede, veniva conservato all’interno di enormi pignatte e poi seppellito in luoghi dove nessuno avrebbe potuto trovarlo.
Una macabra usanza per proteggere questi tesori era di uccidere qualcuno nel luogo di sepoltura delle suddette pentole, in modo che lo spirito del defunto divenisse un’ombra guardiana della refurtiva contro eventuali ladri.
Si narra che a Castelbolognese vi siano ancora sepolte molte pentole della banda del Passatore e che vi sia ancora un fantasma a custodirle, tanto che non sono ancora state individuate.
Qualcuno dice che il fantasma in questione sia proprio quello di “Stuvanen de Pasador”, il figlio del traghettatore di Boncellino, braccato dalla Gendarmeria pontificia nei pressi di Russi ed ucciso in uno scontro a fuoco nel marzo del 1851.