Ingresso Museo del Disco
Ingresso del Museo del Disco d'Epoca di Sogliano al Rubicone

Nelle sale del settecentesco Palazzo della Cultura di Sogliano al Rubicone è ospitato un museo davvero unico nel suo genere, uno scrigno che racchiude preziosi oggetti, oltre alle migliaia di dischi, i quali documentano in modo unico l’evoluzione della registrazione sonora.

Istituito negli anni Ottanta dalla famiglia Parenti, il Museo del Disco d’epoca documenta la storia della registrazione del suono dalla prima incisione sonora su disco di cera nel 1896 ai giorni nostri.

La storia del disco parte però dal 1857, quando il francese Édouard-Léon Scott de Martinville creò un apparecchio, il fonoautografo, in grado di trascrivere graficamente le onde sonore su un mezzo visibile, ma senza essere in grado di riprodurre il suono registrato. L’apparecchio era costituito da un corno che catturava il suono su una membrana alla quale era fissata una setola di maiale.

Inizialmente la setola incideva il suo tracciato su un vetro annerito col fumo, successivamente fu impiegato un foglio di carta annerito fissato su un cilindro.

Per come venne concepito, risulta simile al fonografo realizzato e brevettato da Thomas Alva Edison nel 1877. Edison pensava di aver creato un’utile macchina da ufficio, tanto che la prima applicazione per il suo fonografo fu la registrazione di accordi commerciali. Nacque così il “dictaphone”, marchio registrato dalla Columbia Graphophone nel 1907. In verità, precedentemente il francese Charles Cross  aveva teorizzato la possibilità di incidere un suono su un supporto meccanico per poi riprodurlo, ma senza mai riuscire a concretizzare l’intuizione per motivi economici.

Dopo pochi anni di commercializzazione del fonografo, grazie a Emile Berliner iniziò l’evoluzione che portò il cilindro a diventare un disco, che fu introdotto nel mercato nel 1892 insieme all’apparecchio in grado di riprodurlo, il grammofono.

Cilindro e disco convissero insieme fino al 1929 quando, vista la superiorità di diffusione del disco, Edison cessò la produzione dei cilindri. I dischi di Berliner furono gli antenati dei dischi in vinile più in voga nel XX secolo, i 33 e i 45 giri. Tuttavia, i dischi più ricercati dai collezionisti di mezzo mondo restano i 78 giri, cioè i dischi da grammofono, in gommalacca.

La prima volta che Edison riuscì a registrare il suono, fu il 6 dicembre 1877 e fu la prima volta in assoluto che una macchina abbia riprodotto fedelmente la voce umana, leggendo i solchi incisi su di un cilindro di materiale ceroso.

Da quell’empirico primo cilindro all’ultima registrazione laser, l’evoluzione è stata progressiva e assai veloce e forse, a breve, servirà aggiungere un’ulteriore sala al museo già ricchissimo di Sogliano.