La Romagna è particolarmente ricca di ponti a schiena d’asino, ad un’unica campata, da quello di Castel del Rio a Bocconi e Premilcuore, ma certamente quello più importante è a Portico di Romagna, detto della Maestà e dedicato alla Vergine Maria, che è considerato un passaggio obbligato per chi compie il Cammino di Dante.
Da Portico di Romagna, infatti, si parte per l’escursione alla Cascata dell’Acquacheta, citata da Dante nell’Inferno (Canto XVI, 94-102) all’inizio della Commedia e da qui il Sommo Poeta transitò certamente in quanto, già nel XIV secolo, vi si trovava Palazzo Portinari, la famiglia di Beatrice, l’amata che lo salva dalla ‘selva oscura’ per condurlo al cospetto di Dio alla fine del suo viaggio iniziatico.
Questo ponte, che sovrasta il fiume Montone, è stato restaurato nel XVII secolo, ma la pavimentazione è ancora originale e presenta ad un’estremità una piccola cappella destinata ad accogliere e proteggere i pellegrini prima che inizino qui il cammino di San Francesco.
Poco oltre, si trova il Ponte della Brusia di Bocconi, unico esempio di ponte a schiena d’asino a tre arcate, risalente al XIV secolo.
Tuttavia, è il Ponte Nuovo di Premilcuore che, a dispetto del nome che la tradizione gli ha attribuito, batte tutti per antichità. Il cosiddetto “ponte a scanno”, infatti, si fa risalire addirittura all’epoca romana. Progettato per poter attraversare il fiume Rabbi, si compone di un’unica arcata di 16 metri che sovrasta una gola del fiume, detta “grotta urlante”, dove le acque precipitano fragorose. Ad una delle sue sommità è stata edificata un’antica gualchiera dove, un tempo, si lavorava la lana.
Un poco oltre, lungo il crinale appenninico, alle spalle di Imola, si trova forse il ponte più spettacolare di tutti: si tratta del ponte ad arco degli Alidosi sul fiume Santerno. Il 20 novembre 1897 con regio decreto n° 535 venne addirittura riconosciuto monumento nazionale italiano ed è la principale attrazione di Castel del Rio, l’antica Castrum Rivi in cui, a partire dal XII secolo, si insediò la famiglia degli Alidosi, vassalli del vescovo imolese. La storia degli Alidosi, ‘vicini’ e collaboratori dei Fiorentini, si è intrecciata alle vicende storico-politiche della Romagna, tanto da essere menzionati anche nella Divina Commedia.
Questi ponti, dunque, non solo svolsero un’importante funzione economico-commerciale, ma decisero le sorti socio-politiche di tutta la Romagna dal Medioevo ai giorni nostri.