Nata a Ravenna nel 1853, da parte di madre Gabriella aveva come antenati Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte, reali di Napoli.
Ad appena diciassette anni, sposò il conte Venceslao Spalletti Trivelli e si trasferì con lui a Reggio Emilia, poi a Roma, quando fu eletto deputato tra i liberali moderati.
Venuta a contatto con le idee di Maria Montessori, fece diventare il suo salotto romano centro di discussione e diffusione delle più moderne teorie pedagogiche.
Vedova a soli quarantasei anni e sempre più desiderosa di dedicarsi alle donne bisognose, fondò nel 1897 una scuola di ricamo nella sua villa di Quarrata, presso Pistoia.
Il numero delle allieve superò presto le cinquecento, così nel 1912 costituì una società a carattere di cooperativa di mutuo soccorso dal nome “Scuola Merletti Lucciano-Quarrata”, raggiungendo le 450 socie nel 1924. La scuola divenne uno dei primi istituti professionali femminili in Italia.
A Roma Gabriella riuscì a trasformare la Federazione Femminile in Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, dal forte spirito filantropico-assistenziale.
Scopo del Consiglio era quello di giungere a una progressiva emancipazione civile della donna: in primo luogo in ambito educativo, sociale e lavorativo, per giungere all’emancipazione politica. Con la legge n. 1176 del 17 luglio 1919, raggiunse l’obiettivo di veder riconosciuta la capacità giuridica delle donne, arrivando ad un passo dal diritto di voto.
Quando nel dicembre del 1908 le città di Messina e Reggio Calabria furono devastate dal terremoto, si costituì un Comitato di sostegno nazionale, riconosciuto e patrocinato dalla regina Elena, del quale fecero parte esponenti di spicco della vita politica e culturale e dell’aristocrazia, presiedute proprio da Gabriella.
Di Gabriella restano foto, discorsi ufficiali, relazioni agli atti dei congressi del CNDI e nel bollettino “Attività femminile sociale” della federazione edito a Roma dal 1913 al 1931 ed una strada intitolata a Ravenna, sua città natale.