Opere di bonifica, soprattutto nel settecento hanno delineato la vocazione salinara di Cervia e mercantile di Cesenatico…
La bonifica delle aree impaludate tra Ravenna e il Savio si avviò nel 600 ad opera dei monaci Camaldolesi dell’abbazia di Classe, proprietari di grandi terrieri in zona.
Nel corso del seicento si decise di integrare la bonifica per colmata, l’unica possibile a quel tempo, con un sistema di chiaviche che traevano alluvie dai Fiumi Uniti, dal Savio e dal Ronco in zona San Bartolo. Sempre in zona si ritenne opportuno creare il canale Lovatelli che all’epoca serviva anche per alimentare i mulini limitrofi.
Alcuni lavori di bonifica toccarono anche il territorio marittimo verso Cervia e Cesenatico. Infatti nel corso del settecento venivano colmate anche alcune valli nelle zone interne di Cervia e Cesenatico. Sempre nel settecento si decise di sopprimere il piccolo impianto di salina che si trovava a Cesenatico.
Questa decisione fu importante perché da tale momento fu chiara la diversa vocazione delle due città romagnole costiere. Cervia a vocazione salinara e Cesenatico più a vocazione mercantile e peschereccia.