Proprio da Forlì, sua città Natale, avrebbe letto nelle stelle una congiura ai danni di Federico II che, avvertito, si salvò.
Guido Bonatti fu al seguito di alcuni signori come Guido Novello da Polenta, Ezzelino da Romano, Guido da Montefeltro e, in quanto ghibellino, Federico II di Svevia.
La pressoché totalità dei suoi studi, delle sue previsioni, delle sue divinazioni hanno come ambientazione il suo laboratorio collocato nella cella campanaria di San Mercuriale che ancora oggi svetta nella centralissima piazza Saffi.
Fu presente a Firenze, Siena e anche a Bologna, invitato dall’Università, che annoverava una facoltà di Astrologia, tanto che tale disciplina faceva parte del corso ordinario di studi ‘del quadrivio’. In epoca rinascimentale il medico era anche astrologo.
Nel 1282, Bonatti fu consigliere e medico personale di Guido da Montefeltro, nonché astrologo dedito all’osservazione dei fenomeni celesti dal suo laboratorio.
Dall’alto del campanile guidò la resistenza cittadina contro gli agguerriti franceschi di dantesca memoria, mandati dal Papa Martino IV a sottomettere i ribelli forlivesi.
Avrebbe anche predetto il proprio ferimento durante l’assedio, cosa che si avverò, e la data giusta per la vittoria contro i Francesi, il 1° maggio.
Bonatti, infatti, avrebbe letto nelle stelle la possibilità di una mossa favorevole: a Calendimaggio la Luna sarebbe stata in Capricorno, il segno zodiacale di Forlì, ‘con la freccia innanzi’.
I forlivesi vinsero, facendo dei francesi sanguinoso mucchio, e la città continuò ad essere per qualche mese l’ultima roccaforte ghibellina italiana.
Nel XIII secolo, Guido Bonatti si vantAVA aver individuato 700 stelle, delle quali, fino ad allora, non si aveva avuta ancora conoscenza e trattò di medicina astrologica dettagliando influssi negativi e positivi nella cura dei malanni.
Anche se è riconosciuto come il più autorevole trattatista di astrologia del Medioevo italiano, Dante lo pone nell’Inferno XX, 118 tra gli indovini.