Nato a Faenza, ha perso la vita insieme al compagno partigiano Bruno Neri durante la Seconda Guerra Mondiale
Nato il 7 marzo 1913 a Faenza, celibe, ragioniere sottoufficiale dell’esercito, giocatore di pallacanestro, iscritto all’Università di Bologna, facoltà di Economia e Commercio, attivista di Radio Zella e partigiano. Questa, in estrema sintesi, è la vita e la biografia del cestista Vittorio Bellenghi. Lo sportivo romagnolo che ha perso la vita durante la Seconda Guerra Mondiale insieme al compagno Bruno Neri.
Lo scontro a Gamogna con i nazifascisti
Il Battaglione “Ravenna” partì la domenica 9 luglio 1944 con una quarantina di uomini, da Casale di Modigliana.
La formazione partigiana si mise in movimento lungo il sentiero del crinale, diretta al monte Lavane . Qui era previsto un aviolancio di materiali bellici. Il gruppo in serata passò dal Torretto e l’indomani puntò su Gamogna. La strada carrabile che collega Marradi a San Benedetto era presidiata da ingenti forze tedesche. Vittorio Bellenghi e Bruno Neri, rispettivamente comandante e vice-comandante della formazione partigiana, decisero di andare da soli in avanscoperta a perlustrare la zona nel primo pomeriggio.
I due erano armati di mitra e arrivarono alla cima del dosso che sovrasta il cimitero, nei pressi di una fonte e dell’eremo di Gamogna. In un tratto scoperto all’improvviso, passato il cimitero, si accorsero che alla loro sinistra tre soldati tedeschi stavano salendo un sentiero.
La reazione di Neri e Bellenghi fu immediata e risposero al fuoco. Ma ormai erano stati raggiunti mortalmente dai colpi. La loro morte interruppe il progetto di costituire una formazione partigiana nel faentino denominata Battaglione “Ravenna”.