Sesta e ultima tappa del nostro tour alla scoperta della Romagna. Un percorso di undici chilometri
Santa Maria in Fabriago è posto sulla sinistra del Santerno e, come la vicina località di Campanile, era compreso nella Pieve di Santa Maria in Centumlicinia.
La vicinanza del porticciolo vallivo di Petredolo, vitale punto di comunicazione con il Primaro, è tuttora testimoniata da via Predola, che corre nella campagna di Fabriago: toponimo riconducibile appunto all’antico porto Petredolo o Predolo. Attorno all’VIII secolo il territorio di Fabriago, circondato dalle acque, era un fundus costituito da famiglie dedite alla pesca e alla caccia. Attorno alla metà del Duecento la comunità di Fabriago rientrò negli ampliati confini di Lugo, dopo inondazioni che avevano reso insalubre il territorio. Il toponimo Santa Maria in Fabriago è abbastanza recente e localizza il territorio un tempo chiamato Bruciata o Brusata dal fondo di un certo Brusatus de Fabriaco (1188). Dopo l’inalveamento del Santerno (1460), il territorio assunse l’appellativo di Brusata di qua e Brusata di là in riferimento al fiume che l’attraversava e, in prossimità dell’argine sinistro, in un punto ipù alto del terreno, fu costruito un presidio fortificato attorno al quale si costituì il borgo abitato. Del Seicento è poi il primo nucleo di quello che diventerà il Castello di Fabriago, con rimaneggiamenti e rifacimenti successivi.
La storia di Fabriago rispecchia il rapporto tra terra e acque, da un lato ostili all’insediamento umano, dall’altro essenziali al sostentamento dell’economia e funzionali ai traffici e agli scambi commerciali. Dopo il Mille, divenne un fiorente castrum, ma già verso la fine del XII secolo subì una nuova crisi idrogeologica che provocò il ritorno dell’incolto e delle valli: gli abitanti così si allontanarono lasciando un territorio desolato, frequente alle inondazioni, abbandonando una chiesa in rovina di cui resta, come punto di riferimento, quel campanile che dà il toponimo all’omonimo centro abitato.
Proseguendo si tocca San Lorenzo: le prime notizie di questa frazione del comune di Lugo che si incontra sulle sponde del Santerno, risalgono al XV secolo quando con il nuovo corso del fiume e della strada ad esso parallela in direzione di Ferrara, sorsero nuovi insediamenti tra cui il villaggio di San Lorenzo in Selva, con l’omonima parrocchia e più a Nord, su un dosso fluviale, quello di San Bernardino in Selva.
La via Fiumazzo, già via del Fiunazzo, vecchio alveo del Santerno in capo a San Lorenzo che passa per le località di Torre e Belricetto fino a Passogatto, racconta nella sua etimologia le trasformazioni legate al percorso del fiume e agli interventi dell’uomo.