massa lombarda
Uno scatto che mostra il Museo della Frutticoltura (bassaromagnamia.it)

Seconda tappa del nostro tour alla scoperta della Romagna. Un percorso di quindici chilometri

Massa Lombarda prende il nome da la massa Sancti Pauli, un agglomerato agricolo ai margini della selva di Lugo ovvero un insieme di fondi rustici attorno a una chiesa dedicata a San Paolo, e da quando arriva nel 1251 la città accolse numerose famiglie provenienti dai territori, appunto lombardi, di Brescia e di Mantova, che sfuggivano alle vessazioni di Ezzelino da Romano. Ai nuovi coloni vennero assegnate terre, suddivise in quadrati regolari, in cambio dell’impegno a bonificarle e a destinarle all’agricoltura.
La città, soprattutto a seguito di un bonifica delle zone paludose tra Otto e Novecento, vede nel suo territorio uno straordinario sviluppo agricolo, caratterizzato dall’impianto di frutteti e dall’attività di magazzini ortofrutticoli. La città è chiamata anche il “paese della frutta”, tanto che nel 1927 arriverà a ospitare la II Esposizione Nazionale di Frutticoltura; non è un caso che attorno alla metà degli anni ’70 qui sia sorto il Museo della Frutticoltura.
Proseguendo lungo l’itinerario di terre e acque, si giunge al suggestivo del vecchio lavatoio (oggi luogo di incontro per performance teatrali, narrazioni, musica e danza) alimentato dalle acque del Canale dei molini di Imola e Massa: un tracciato di circa 40 km che dal Santerno circonda Imola e tocca Bubano, San Patrizio, Conselice, Lavezzola, e correndo lungo la via Selice va a confluire nel fiume Reno nei pressi del ponte detto “della Bastia”. Si tratta probabilmente di un’opera romana ripristinata nel VI secolo dai monaci benedettini del monastero di Santa Maria in Regola allo scopo di bonificare i terreni depressi; fu una straordinaria idrovia per il trasporto di merci su piccole imbarcazioni che prende il nome dai numerosi mulini che alimentava lungo tutto il percorso.
Si lascia Massa Lombarda superando il Santuario della Consolazione e l’interessante cimitero monumentale, per poi bere un sorso d’acqua nei pressi della Pieve di Santa Maria in Centumlicinio o di Fabriago con il suo antichissimo campanile cilindrico.

L’arrivo a Conselice

Prima di arrivare a Conselice si attraversa il territorio di San Patrizio, frazione della stessa Conselice: si tratta di una pieve documentata fin dal 1092 e attorno alla quale si formò il villaggio di San Giovanni in Pentecaso, esistente fino a metà del Duecento, che fu spesso causa di lite tra Conselice e Massa Lombarda in virtù della favorevole posizione tra terre boschive e valli.
La frazione vanta la permanenza di un mulino costruito verso la fine del XV secolo, sopra il Canale dei Molini di Imola e Massa Lombarda, costituito da un corpo di fabbrica originario (l’antico opificio, proprietà del duca Francesco Pico della Mirandola) su pianta rettangolare che sovrasta l’alveo del canale con due arcate; pur conservando i vecchi macchinari, ha subito evidenti interventi di ristrutturazione ed ampliamenti negli ultimi anni Cinquanta.