Terza tappa del nostro tour alla scoperta della Romagna. Un percorso di tre chilometri
Il territorio di Conselice, situato al centro di una fitta rete idrografica, è caratterizzato da un millenario rapporto con l’acqua dei fiumi e delle ampie distese vallive: compreso tra i fiumi Sillaro a ovest, Reno a nord e Santerno a est, è attraversato dal Canale Zaniolo, un ampio collettore proveniente da Mordano, e dal già citato Canale dei Molini di Imola e Massa Lombarda. E’ grazie a quest’ultimo che Conselice divenne il porto di Imola, e il toponimo, che si rifà alla denominazione Portum Capitis Silicis in un documento del 1084, si rifà anche al fatto che il canale dopo aver costeggiato la via Selice si inoltrava nelle valli per raggiungere il Po di Primaro.
Nella zona di Conselice sono ancora ben visibili le tracce della centuriazione del II sec. a.C., cioè quando al tempo della Roma repubblicana, il territorio fu sottoposto a una ripartizione del terreno in quadrati regolari da assegnare ai coloni, ancora oggi visibile (decumano massimo la via Emilia, cardo massimo la via Selice), oltre a un’opera di bonifica e di regolazione delle acque.
Nel 1435 si hanno testimonianze di prati, boschi, selve, paludi, valli e piscarie dove si poteva “pescare et ucelare secondo l’usato”, mentre tra Sette e Ottocento gli spazi incolti lasciano sempre più spazio a risaie e piccoli campi coltivati.
La terra dei ranocchi
In particolare in quegli anni, nei terreni acquidosi e improduttivi, si diffonde la risicoltura: è proprio negli specchi d’acqua delle risaie che si diffonde l’allevamento dei ranocchi, tanto da far guadagnare al paese l’appellativo di “terra dei ranocchi”, come ci ricorda un curioso monumento al ranocchio posto al centro della rotonda d’ingresso al paese. Altra scultura che ci racconta uno di questi aspetti del territorio è quella dedicata a mondine e scariolanti, eretta nel 1990 nel centenario delle lotte delle mondine che sfociarono in un tragico eccidio: tra la fine dell’Ottocento e gli albori del nuovo secolo si costituì una cooperativa di braccianti di Conselice, Lavezzola e San Patrizio che ha poi segnato il riscatto economico e sociale di queste genti. Nella caratteristica piazzetta Guareschi poi, ci si può circondare di scene e volti popolari ispirati al “mondo piccolo” appunto di Guareschi e ai paesaggi vallivi di questa terra.
In Piazza della Libertà di Stampa una vecchia macchina da stampa a pedale c’è il “Monumento alla Stampa Clandestina e alla Libertà di Stampa” che ricorda il forte impegno del Comitato di Liberazione della Bassa Romagna.
Proseguendo verso il confine ferrarese, a pochi chilometri dal centro, si arriva all’Agriturismo Cà Massari, che può costituire un comodo e strategico punto di ristoro e di soggiorno.