Si tratta di una disciplina molto antica che veniva praticata anche in Romagna
Notizie di giochi con la palla colpita con attrezzi in “cartapecora”, con telaio in legno, compaiono sporadicamente nel ‘600 e nel ‘700, in particolare in Toscana e a Roma, ma è intorno alla metà del secolo scorso che il tamburello inizia la sua storia agonistica.
L’onore della primogenitura è conteso da varie zone italiane. Nella “Storia dello sport Scaligero” di A.E. Carli, si dice che “Il gioco alla Palla col Tamburello apparve per la prima volta – oltre 150 or sono – in un piccolo villaggio della provincia di Verona, Quaderni, oggi frazione del Comune di Villafranca Veronese, dove s’incominciò a giocare all’inizio del 1800”.
Il “tamburino” in quei primi tempi era confezionato con pelli di vitello o maiale tesa su di un rudimentale telaio in legno e la palla era di cuoio a quattro settori, ripiena di crine di cavallo e terra. Con il passar degli anni l’attrezzo migliorò e raggiunse un certo perfezionamento costruttivo nel 1912, quando si passò all’uso di palle in gomma piena e nel 1922, quando venne introdotto l’uso del palloncino elastico con il quale diminuirono le rotture della pelle dei tamburelli, dovute frequentemente alla durezza delle palle.
Palla Tamburello in Romagna
Il gioco del tamburello è una disciplina sportiva storica che negli ultimi decenni è stata trascurata per fare spazio ad altra attività più conosciute e più popolari. Ciononostante, in passato veniva praticata da tante persone anche nel nostro territorio, in Romagna. Ad Imola, ad esempio, all’interno del Parco delle Acque Minerali, subito dopo il viale alberato all’ingresso, vi è un grande muro bianco che spicca tra il verde della vegetazione. Ecco. Quel muro non è lì per caso. Quel muro, anni fa, veniva usato proprio per praticare questa attività.