Ha sempre rivendicato il fatto di essere stato assistente di Guglielmo Marconi. Chi ne ha già sentito parlare?
Si chiamava Pier Luigi Ighina ed era nato a Milano nel 1908. Aveva studiato elettronica, radioelettronica e sistemi radiotelevisivi e lavorato alla Magneti Marelli, alla CGE e all’Ansaldo Lorenz. Nel 1926 è volontario nella Marina Militare come telegrafista. Successivamente entra in contatto con Guglielmo Marconi, di cui dice di essere diventato un collaboratore, e nel 1937 quando Marconi muore, Ighina va ad abitare ad Imola presso il cognato. In quella casa in viale Romeo Galli 4 Ighina fonda il Centro Internazionale di Studi Magnetici dove continua i suoi studi sul magnetismo che, per certi aspetti, combaciano con le teorie di Wilhelm Reich sull’orgone.
Nell’orto della casa Ighina aveva costruito un marchingegno costituito da un’elica da elicottero ruotante su un asse verticale. Nel terreno circostante erano sistemati dei tubi caricati con polvere d’alluminio. Quando l’elica con funzioni di ventilatore ruotava in un senso gli ioni caricati dall’energia solare nei tubi si allontanavano dalla terra e salivano verso le nubi allontanandole, quando l’elica ruotava in senso inverso attirava le nubi e provocava la pioggia.
La “macchina della pioggia” costituì per anni l’attrazione delle scolaresche di Imola che andavano in gita all’orto di Ighina per vederla in funzione: se c’era il sole faceva piovere, se pioveva nel giro di dieci minuti si apriva uno spiraglio di cielo sopra all’orto dove cessava la pioggia. Anche le telecamere di Bernardo Iovene registrarono l’effetto della macchina della pioggia che fu trasmesso da Rai 3 (Report 5 novembre 1998). Nonostante l’apparizione di Ighina in varie trasmissioni televisioni la macchina non fu mai accettata dalla scienza “ufficiale” che considerò sempre bislacche le sue teorie. Chi invece prese molto seriamente Ighina furono i gestori dell’Autodromo di Imola che tutti gli anni andavano a chiedere, supplicare, minacciare Ighina in occasione del Gran Premio. La casa di Ighina era una delle poche abitazioni all’interno del circuito automobilistico e, siccome ad Ighina non piacevano le rumorose corse automobilistiche, quando c’era il Gran Premio di Formula Uno di Imola… faceva piovere.
La sua ossessione per le corse
Lo scienziato in Romagna era noto soprattutto per essere quello in grado di far piovere in pista durante le competizioni automobilistiche. Infastidito dal rombo dei motori e dalle gare, si dice che per liberarsene azionasse i suoi macchinari facendo piovere. L’acqua era una costante in simili occasioni e costringeva gli organizzatori a telefonare ad Ighina per pregarlo ad una tregua di qualche giorno. Celebre l’episodio avvenuto durante l’edizione 1991 del Gran Premio di San Marino, in cui la Ferrari di Prost uscì alla Rivazza durante il giro di ricognizione, seguita dalla McLaren di Berger, dopo l’acquazzone improvviso che si abbatté sull’Autodromo. In molti ricordando e confermano ancora oggi come al di fuori del circuito quel giorno non piovesse. A Lugo c’era il sole, mentre dalle parti della stazione non cadeva una goccia d’acqua mentre sopra la pista il cielo era nero,