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Nel 7000 a.C. vennero rinvenute nella città neolitica di Catal Huyuk, in Turchia, alcune sfere di pietra che mostravano segni di rotolamento

Immaginatevi di essere in riva al mare sulle spiagge di Cervia, Rimini, Cesenatico o qualsiasi altra città della riviera. Voi siete lì. Sdraiati sul lettino a prendere il sole ed assorti nei vostri pensieri quando all’improvviso sentite qualche altro bagnante esclamare: «Qualcuno vuole giocare a bocce? Chi viene a fare una partita?».
Suvvia, a chi non è mai capitato di vivere una situazione del genere? In Romagna, quasi tutti gli stabilimenti balneari hanno un campo da bocce. È uno sport che unisce tutti, dagli anziani fino ai bambini.

Un gioco dalle origini antichissime

La più antica testimonianza di un gioco delle bocce è del 7000 A.C. e si trova nella città neolitica di Catal Huyuk, in Turchia, dove sono state rinvenute alcune sfere di pietra che mostrano chiaramente segni di rotolamento su un terreno accidentato. Oggetti simili, ma più finemente lavorati, furono ritrovati nell’antichità anche in Egitto, a Roma ed in Grecia. Le legioni romane fecero conoscere il gioco in Gallia ed in Britannia dove ebbe in seguito un notevole sviluppo. Nel Medioevo si giocava per le strade, sulle piazze, nei castelli. Le bocce affascinarono tutti, nobili e popolani. La grande diffusione del gioco, tuttavia, creò problemi di ordine pubblico e diede fastidio ai potenti. Le principali cause erano il lavoro trascurato, le scommesse e, a volte, le furibonde liti che scoppiavano durante accese partite. Scattarono così i primi divieti che limitarono fortemente il gioco per lunghi secoli. Questo, però, non impedì al gioco delle bocce di diffondersi nel mondo tanto da essere ancora oggi molto amato e praticato.