Il campo si trova all'interno del parco delle acque minerali
Una veduta aerea dell'impianto sportivo imolese

Dal 1919 i rossoblù sono la prima realtà calcistica cittadina

Il calcio nella città di Imola arrivò nel giugno del 1914, quando lo studente universitario Piero Toschi, dopo aver assistito a Genova a una partita tra le squadre nazionali di Italia e Svizzera, ne rimase entusiasmato a tal punto che, sulla via del ritorno, acquistò un pallone e lo portò con sé. Rientrato nella città natale, riuscì a convincere un gruppo di amici (i fratelli Rocchi, Ghislotti, Montorsi, Noè, Ottolini, Crosta, Rotelli, Masi, Costa, Tartaglia) a praticare il nuovo sport e improvvisò le prime partite nel prato antistante la Rocca.

L’esperimento messo in piedi da Toschi non ebbe però particolare seguito, sia per la sostanziale indifferenza della popolazione cittadina, sia per lo scoppio della prima guerra mondiale, che impose una battuta d’arresto a tutte le attività ludiche. A conflitto terminato, nel giugno 1919 lo stesso Toschi senza perdersi d’animo riunì gli amici superstiti presso la Birreria Passetti di via Aldrovandi, in cui venne stipulato l’atto fondativo dell’Imola Football Club. Il primo campo di gioco fu approntato presso il civico tiro a segno, sulla riva sinistra del Santerno.

Le attività furono estemporanee fino al 1925, anno in cui l’Imola F.C. confluì nella polisportiva Unione Sportiva Imolese. Sotto le nuove insegne, la squadra si iscrisse alla Terza Divisione disputando la sua prima partita ufficiale, davanti a poche decine di spettatori, terminata con una sconfitta per 2-1 contro l’Aurora Bologna. Il debutto nei campionati regolari spinse altresì la società a dotarsi di un campo da gioco più capiente presso il parco delle Acque Minerali. La prima partita nel nuovo campo di gioco, un’amichevole con il Castel Bolognese, fu disputata il 4 gennaio 1926.