Ad Imola ed in Romagna è la settimana della Formula Uno
La Formula 1 affonda le sue radici nelle corse automobilistiche di fine Ottocento, che incominciarono ad assumere lo status di Gran Premi dal 1906. Negli anni Venti del Novecento ci fu la prima seria regolamentazione delle gare, denominata “Formula Grand Prix”, e fu adottata principalmente in Europa. Questo regolamento fu alla base di tre edizioni di un Campionato Mondiale per Costruttori (vinto dall’Alfa Romeo nel 1925, dalla Bugatti nel 1926 e dalla Delage nel 1927), di due edizioni di un “Campionato Internazionale” (nel 1931 vittoria di Minoia su Alfa, e nel 1932 vittoria di Tazio Nuvolari su Alfa Romeo) e delle cinque edizioni di un “Campionato Europeo Grand Prix” (dal 1935 al 1939) dominato da piloti e vetture tedesche.
Fu solo nel 1946, però, che nacque la Formula A, la prima categoria di vetture monoposto da competizione, che poi, due anni dopo, divenne ufficialmente la Formula 1. Il termine “formula” indica, appunto, l’insieme di regole che furono definite allora e in seguito via via aggiornate e che riguardano sia le vetture che i piloti: si tratta delle indicazioni che ogni scuderia deve seguire per poter partecipare a ogni gara automobilista di Formula 1, come quelle specifiche riguardanti i motori.
Il 1958 fu un’altra data importante nella storia della F1, perché venne introdotto anche il Campionato costruttori. Ecco dunque che le scuderie iniziarono a svilupparsi e poi ne nacquero anche di nuove. Negli anni ’50, ad esempio, a dominare i primi Gran Premi furono le vetture italiane dell’Alfa Romeo, grazie anche alle prestazioni di grandi campioni come Nino Farina e Alberto Ascari. In questi primi anni, però, la gara automobilistica Formula 1 fu al centro di ampi dibattiti, al punto che in molti chiesero di chiuderla per sempre a causa dei numerosi incidenti mortali.
L’arrivo ad Imola
Ed ecco che il 21 aprile 1963 la Formula 1 arrivò a Imola, ma solo per un assaggio: la gara infatti non era titolata e mancava proprio la Ferrari; c’era però Jim Clark che vinse alla guida della Lotus. Nel frattempo proseguirono i lavori e l’autodromo si arricchì nel 1965 della prima tribuna coperta sul rettilineo d’arrivo. Se l’autodromo era stato battezzato nel 1950, fu però solo nel 1970 che acquisì un padrino di tutto rispetto, che gli diede il nome e contribuì al suo successo: nel corso di una cerimonia solenne in Consiglio Comunale il Sindaco affidò all’immagine e al carisma di Enzo Ferrari le sorti dell’autodromo, intitolandolo al figlio Dino.
La fine degli anni ’70 fu un periodo importante per la conclusione dei lavori di pista, delle strade di arroccamento per rendere il circuito permanente e per la costruzione del nuovo edificio box, all’epoca il più moderno d’Europa. Il 14 settembre 1980 è da ricordare come una data storica: si corse a Imola una delle gare di F1 valide per il mondiale, il 51° Gran Premio di Italia, per l’occasione sottratto al circuito “rivale ” di Monza.