Affonda le proprie radici storiche nel Medioevo faentino, dominato dalle lotte fra guelfi e ghibellini. Ad oggi le contrade coinvolte sono cinque
Il Palio del Niballo, nato in chiave moderna nel 1959, affonda le proprie radici storiche nel Medioevo faentino, dominato dalle lotte fra guelfi e ghibellini. La prima giostra di cui si hanno notizie è infatti la Giostra del Barbarossa, una quintana voluta nel gennaio 1164 dall’imperatore Federico Barbarossa, che voleva verificare la maestria dei faentini in battaglia. In quella occasione si giostrò con armi di legno, per ottemperare alle disposizioni della Chiesa, in un orto detto Broylo posto dietro la casa dei Manfredi, nell’attuale via Baroncini (Rione Giallo).
Le cinque contrade
Le contrade coinvolte sono cinque, di cui quattro che riprendono la tradizionale suddivisione della città tra cardo e decumano (Rioni Rosso, Giallo, Verde e Nero) e una creata appositamente per coinvolgere la moderna zona più periferica della città (Borgo Durbecco). La particolarità del palio faentino è la gara principale: il palio della bigorda. Questa gara riprende la classica conformazione della giostra medioevale, dove i cavalieri si sfidano a colpi di lancia.