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Già ai tempi dei romani esistevano delle tecniche che non hanno nulla da invidiare a quelle attuali

La pesca viene praticata in Italia ed in Romagna nel mare Adriatico fin dall’antichità. Dai tempi dei romani, infatti, esistevano avanzate tecniche di piscicoltura, che poco o nulla avevano da invidiare a quelle moderne. Solo nel 1920, però, si hanno in Italia le prime notizie certe di una attività per diletto, con le prime società che acquisirono dai Consorzi di Tutela Pesca.
Tra il 1931 e il 1942 la pesca dilettantistica assunse un carattere sempre più marcatamente sportivo. Non a caso nacque al termine di questi nove anni la Federazione Italiana Pesca Sportiva.

I disastri lasciati dalla guerra

Alla fine del secondo conflitto mondiale le acque erano completamente disastrate. Durante la guerra, e per non breve tempo nel dopoguerra, i mezzi preferiti per la pesca in acque interne e marine furono il cloro e gli esplosivi. Questa situazione, che ostacolava pesantemente il normale esercizio della pesca sportiva, ormai praticata da un numero crescente di appassionati, finì per provocare soprattutto al nord la creazione di sodalizi tra gli sportivi interessati a porre un argine alla dilagante anarchia esistente nella pesca.