Il Castello di Montalto si trova in Romagna
Una vista della Torre di Montalto

Con la vostra mountain bike avrete anche la possibilità di visitare luoghi storici come la Torre di Montalto

Per questa tappa della nostra rubrica dedicata al mondo della mountain bike abbiamo deciso di portarvi ai margini del Parco delle Foreste Casentinesi. Un percorso breve ma difficile: alcuni tratti molto tecnici o impervi obbligano a scendere dalla bici. I punti critici sono l’imbocco del sentiero (poco marcato) che stacca al primo tornante dopo aver superato il castello di Montalto, lo sterrato che si imbocca a Montefreddo, girando a sinistra in corrispondenza di un’aiuola spartitraffico, ed il km 17.9 dove è presente un filo spinato poco visibile.
Nonostante qualche momento di respiro l’itinerario è un’unica salita che porta dai 300 mslm di Portico di Romagna ai 1055 metri di altitudine della cima del percorso.
Usciti da Portico si incontrano cinque incroci verso Montalto da affrontare secondo questa sequenza: sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra e poi si segue la direzione Montefreddo (km 6, mslm 760), monte Fuso (km 7.7, mslm 890) proseguendo oltre sino a monte Collina e poi (girando a sinistra a Monte Collina, km 12, ed al successivo incrocio, km 14.9) alla vetta del percorso (km 15.2, mslm 1055).
La discesa passa per San Benedetto in Alpe e Bocconi prima di rientrare a Portico (km 32.3).

La Torre di Montalto

Lungo il corso del medio-alto torrente Fantella, affluente del Rabbi, nella seconda metà del I millennio trovarono qui riparo da saccheggi e distruzioni barbariche alcune popolazioni. Nell’undicesimo secolo esisteva il nucleo fortificato di Montalto Vecchio sul crinale delle Valli del Rabbi e Fantella, successivamente nasce la fortificazione di Montalto nuovo attuale Torre di Montalto.
Nel XV secolo, ormai sotto l’influenza fiorentina, divenne libero Comune e potè nominare potestà e consiglieri.

La vallata era dominata nella sua parte terminale dal Castello di Montalto, ora semplicemente chiamato “la torre”. In realtà era una potente fortificazione – di cui oggi rimangono il recinto fortificato che racchiudeva un’area di oltre 500 metri quadrati, le cisterne e il maschio. La posizione della rocca sulla cima di un alto monte isolato, a 800 metri sul mare, lo rendeva inespugnabile.

Nel 1371 era soggetto a Giovanna Aloisi dei Conti Guidi e il Cardinale Anglico. Nel 1392 il castello passò a Roberto Guidi di Battifolle, al quale subentrò nel 1421 il Comune di Firenze, che, però, lo perse otto anni dopo per mano di Azzo Guidi. A lui venne tolto con uno stratagemma, riferito in una cronaca di Pedrino da Forlì. Intanto il conte Azzo tramava assieme al famoso capitano di ventura Piccinino, per tornarne in possesso. Attualmente visitabile solo esternamente in quanto ridotto a rudere.