Il film verrà proiettato a Imola, scopriamo la storia di un grande personaggio
Nato da genitori friulani, si diplomò in ragioneria nel 1940. Nel febbraio 1941 partì per il servizio militare e partecipò alla seconda guerra mondiale combattendo in Albania, Kosovo e Montenegro col grado di sottotenente. Rientrò in Italia alla fine del 1944 duramente provato dall’immane tragedia della “divisione Venezia”. Alla fine del 1946 si iscrisse alla sezione di Bologna del Club Alpino Italiano, e, dopo aver frequentato un corso di alpinismo, cominciò a frequentare le Alpi, documentando le sue ascensioni con la macchina fotografica: fu l’inizio di una lunga avventura come alpinista, fotografo, e cineasta. Alla fine degli anni ’40 iniziò l’attività di documentarista sulla natura. Nel 1954 partecipò alla spedizione italiana alla conquista del K2, guidata da Ardito Desio, come fotografo-cineoperatore per la realizzazione della documentazione fotografica e cinematografica dell’impresa. Si spinse fino alla quota di circa 6000 metri. Dalla documentazione da lui raccolta assieme ad Achille Compagnoni, il regista Marcello Baldi realizzò il film Italia K2. Durante la spedizione realizzò anche il libro-diario “K2 Sogno vissuto“, pubblicato circa tre anni dopo. Ritornato da quell’impresa, si dedicò a tempo pieno alla montagna e all’etnografia: partecipò a 33 spedizioni extra-europee, di cui 20 alpinistiche, soprattutto nelle Ande, nel Sahara, nell’Africa equatoriale e in Groenlandia; in queste occasioni realizzò 47 film-documentari, sonorizzati in cinque lingue, sulla montagna e sull’etnografia dei popoli e delle genti che incontrò nei suoi viaggi. Realizzo inoltre varie migliaia di fotografie e pubblicò più di 20 opere monografiche e un centinaio di pubblicazioni sull’alpinismo italiano nel mondo, sull’esplorazione e sull’etnografia di tutti i continenti. La sua passione documentaristica lo portò nel 1967 a costituire a Bologna il Centro Italiano Studio Documentazione Alpinismo Extraeuropeo (CISDAE), ora con sede a Torino presso il Club Alpino Italiano, con lo scopo dichiarato “di raccogliere, conservare, elaborare, valorizzare, studiare e pubblicare quanto si riferisce all’alpinismo italiano nel mondo e all’alpinismo straniero”; esso costituisce la più importante raccolta italiana e mondiale di documenti su quanto è stato realizzato in materia di alpinismo extraeuropeo. Utilizzando il grande archivio del CISDAE, che continuamente alimentava con nuova documentazione (alla sua morte conteneva decine di migliaia di fotografie, documenti, dati, cartine, testimonianze), Mario Fantin si dedicò alla redazione di opere bibliografiche sull’alpinismo italiano nel mondo, sulle montagne e ghiacciai di Africa e Groenlandia, su popolazioni autoctone di varie parti del mondo, ecc. Il Centro fu acquisito nel 1973 dal Club Alpino Italiano, che lo lasciò in gestione a Mario Fantin. Tormentato da problemi personali e di salute, nonché dalla depressione, Mario Fantin si tolse la vita il 23 luglio 1980. Dopo la sua morte la sezione del CAI di Bologna fu dedicata alla sua memoria.
Il film di Mauro Bartoli
Il regista imolese Mauro Bartoli ha deciso di raccontare la storia di Mario Fantin. Il suo film documentario su Fantin, (Il mondo in camera. Mario Fantin il cineasta dell’avventura), è uscito lo scorso settembre e sarà proiettato a Imola sabato 29 ottobre alle 18 al cinema Centrale e domenica 30 e lunedì 31 ottobre alle 21 al cinema Cappuccini. Alle proiezioni si affiancherà una mostra allestita al centro polivalente Gianni Isola (piazza Matteotti 4) dal 29 ottobre al 13 novembre, che si potrà visitare il giovedì e venerdì dalle 16 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20 (l’inaugurazione è in programma il 29 ottobre alle 18.30).