Nel 1955 a soli 17 anni fece il record italiano
Da sinistra: Paola Paternoster, lanciatrice azzurra con due partecipazioni olimpiche (Melbourne 1956 e Roma 1960) con, al centro, Raffaele Drei, allora responsabile dei lanci, e Raffaele Bonaiuto giovane talento del giavellotto a destra.

Il 22 ottobre 1955, a soli 17 anni, fece il record italiano assoluto di lancio del giavellotto

L’allievo preferito di Raffaele Drei, un mix tra genio e sgregolatezza, questo è Raffaele Bonaiuto.
Il 22 ottobre 1955 fece il giro del mondo la notizia che il giovanissimo Bonaiuto aveva battuto il record del mondo juniores di lancio col giavellotto con 69.57. La città di Forlì è forte di una tradizione romagnola iniziata proprio in quell’anno, quando il forlivese, il giorno dell’inaugurazione del Campo Scuola, l’attuale Campo C. Gotti, fece a soli 17 anni il record italiano assoluto di lancio del giavellotto, allora anche record mondiale dei diciassettenni e primo giavellottista a superare i 70 metri in Italia.

Bonaiuto calcherà le pedane diventando poi esso stesso allenatore: tra i suoi allievi, negli anni ’80, Nicola Maggini (76.42 13-05-1984) e Andrea Chiaratti (75.20 05-05-1985). Memorabili le serate a Faenza dove proiettava le sue diapositive e assieme ad altri allenatori commentava la correttezza o meno di gesti tecnici, come memorabili erano i suoi viaggi estivi di aggiornamento. Attraverso la cortina di ferro, con un furgone maleodorante carico di giavellotti, quando non vi dormiva nel parcheggio dell’Arcella a Padova, si recava nei paesi dell’est per apprendere il verbo del giavellotto: in Cecoslovacchia e Ungheria, patrie di Paragi e Nemeth.