gioco da tavolo
(shutterstock.com)

Le regole e la storia di un passatempo amato da tanti romagnoli

Subbuteo: non è meccanico, né elettronico. Così recitava una vecchia pubblicità sulle tv anni ’80. Oggi aggiungeremmo al claim la parola virtuale. Già, ma il condizionale è d’obbligo, dal momento che non c’è uno spot sul calcio in punta di dito. Cos’è il subbuteo nel 2022? Un prodotto di nicchia che appassiona ancora i bambini degli anni ’70 e ’80 che oggi sono adulti e genitori. Ma c’è stato un tempo in cui il calcio in miniatura era l’oggetto dei desideri di piccoli e teen-ager. Più o meno il Subbuteo ha rappresentato l’equivalente della Playstation per la generazione dei millennials. E per questo abbiamo deciso di ripercorrerne la storia di un gioco che appassiona anche tanti romagnoli.

L’anno di nascita del Subbuteo è il 1947. E il suo ideatore è Peter Adolph, un impiegato inglese del Kent con la passione per l’ornitologia e ovviamente per il calcio, pardon, football. Infatti la parola Subbuteo deriva dal nome scientifico del falco lodolaio e la sua effigie è ritratta anche nel logo del gioco.

Un capitolo della storia del Subbuteo riguarda l’Italia. Il Bel Paese non è insensibile alle mode che attraversano la Manica e le Alpi. Qui, l’agente di commercio Edilio Parodi, genovese doc, apre le porte di casa al calcio in miniatura. E per oltre 30 anni la sua omonima ditta diventa distributrice ufficiale del gioco in Italia. L’imprenditore ci ha visto giusto perché il Subbuteo sfonda da Bolzano a Ragusa. Con i soldi risparmiati dalla paghetta i ragazzini acquistano la confezione ufficiale del gioco, la squadra del cuore e non solo. Alcuni cominciano anche a collezionarle. Il subbuteo diventa il passatempo preferito dei baby boomers nei pomeriggi invernali. E non solo. Si gioca ovunque: per terra o sul tavolo, si improvvisano partite infinite, rivincite in punta di dito.

Le regole

Si giocano due tempi da 15 minuti ciascuno. Per muovere o far calciare una miniatura la si colpisce con l’unghia del dito indice o medio, facendo leva sul terreno di gioco e non sul pollice; questa azione viene chiamata tocco a punta di dito. Il portiere invece viene manovrato da una piccola asta agganciata dietro la rete della porta. È possibile tirare in porta solo quando la palla ha oltrepassato la linea di tiro: se viene superata la linea di porta si fa goal. I giocatori perdono il possesso di palla quando la palla, dopo aver toccato una propria miniatura, tocca una avversaria oppure dopo essere stata colpita 3 volte consecutivamente. In alcuni casi, quando il gioco è stato fermato, è possibile cambiare la disposizione in campo delle squadre: ad esempio prima di un calcio d’angolo si possono spostare liberamente 3 miniature a testa. Se con la palla si colpisce una miniatura avversaria si commette un fallo, quindi la squadra avversaria ottiene il possesso di palla e si riprende con una punizione.