artusi
Il busto di Pellegrino Artusi, il re della cucina

Come un’antica ricetta ci racconta un tempo passato

Che cos’è il migliaccio? Si tratta di un dolce che, come tanti altri prodotti di un tempo, oggi è sparito quasi del tutto.

Artusi, nel suo libro, dedica al migliaccio una lunghissima ricetta. Il brano, come spesso accade, è preceduto da una serie di considerazioni che oggi, a distanza di anni, ci raccontano la vita contadina e romagnola di un tempo molto meglio di tanti libri di Storia.

“In Romagna”, scrive Artusi, “le famiglie benestanti e i contadini lo macellano in casa [il maiale n.d.r], circostanza in cui si sciala più dell’usato e i ragazzi fanno baldoria. Questa è anche l’occasione opportuna per ricordarsi agli amici, a’ parenti, alle persone colle quali si abbia qualche dovere da compiere, imperocché ad uno, per esempio, si mandano tre o quattro braciuole della lombata, ad un altro un’ala di fegato, ad un terzo un piatto di buon migliaccio”.

Oggi questa pratica è completamente sparita, ma Artusi conclude dicendo che sono “usi che servono a tener deste le conoscenze e le amicizie fra le famiglie”.

Ma torniamo al migliaccio di Romagna, “il quale, per la sua nobiltà, non degnerebbe di riconoscere neppur per prossimo quello di farina dolce che girondola per le strade di Firenze”.

Questo dolce è fatto con mandorle, canditi, latte, cioccolata e sangue di maiale. È la mancanza di quest’ultimo ingrediente che oggi rende la ricetta diversa rispetto a quella di un tempo.

Più che la ricetta in sé, però, è ancora una volta il modo in cui Artusi ne parla ad essere interessante. Racconta, per esempio, che una cuoca di un paese romagnolo le scrisse di non essere riuscita a far passare le mandorle nel setaccio. Artusi, gentilmente, le rispose dicendole che “si trovano, per uso di cucina, degli stacci appositi di crine, forti e radi, e di fil di ferro finissimo. Con questi, un buon mortaio e olio di schiena si possono passare anche le cose più difficili”.

Questo brano è importante perché dimostra che i lettori e le lettrici scrivevano ad Artusi, e che il libro aveva avuto tantissimo successo.