Il tartufo nero estivo è un prodotto che si trova nelle aree collinari e pedecollinari dell’Appennino Romagnolo.
Il tartufo nero estivo cresce nelle aree collinari e pedecollinari dell’Appennino Romagnolo, in particolare nella zona della provincia di Rimini.
Il prodotto si presenta prevalentemente di forma rotondeggiante, con dimensioni variabili. La sua scorza, o peridio, è caratterizzata da una superficie nera e grossolana, mentre la polpa varia dal colore giallastro al bronzo, con delicate venature chiare che si sviluppano in modo numeroso e ramificato dopo la cottura. L’aroma è delicato e piacevole, ricordando le nocciole.
Le prime testimonianze botaniche sui tartufi risalgono all’opera “Historia plantarum” di Teofrasto, un autore greco del IV secolo a.C., considerato il padre della botanica. Egli li descrive come funghi e li denomina “hydnon”, definendoli come piante imperfette sprovviste di radici, foglie, fiori e frutti. Successivamente, Plinio il Vecchio (I secolo d.C.), nell’opera “Historia Naturalis”, li distingue dai funghi, ma senza riuscire a fornirne una definizione precisa.