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I poeti e scrittori più importanti? Questo libro li raccoglie tutti

Negli articoli passati abbiamo visto che la Romagna è una terra di poeti e scrittori. Sin dal ‘700, in realtà, con personaggi come Vincenzo Monti, e passando poi per tutto il ‘900 di letterati come Spallicci, Pascoli, Moretti, Serra. Anche la contemporaneità non è da meno, con autori di fama nazionale come Cristiano Cavina.

Per chi volesse conoscere qualche aspetto in più, Poeti e scrittori di Romagna, Trenta tra i maggiori romagnoli dell’età moderna e contemporanea di Walter della Monica è il libro adatto.

Questo volume di oltre 200 pagine, edito da Il Ponte Vecchio, raccoglie le vite di – come dice il titolo – 30 autori romagnoli. Dai più famosi – Pascoli, appunto, o il già citato Vincenzo Monti – ad autori meno conosciuti, ma comunque apprezzati. 

Della Monica è un divulgatore letterario, se così si può chiamare. Nel 1956, con Toni Comello, cominciò a organizzare i cosiddetti “Trebbi poetici”, cioè letture pubbliche, in piazza, di poesie antiche e moderne. Negi anni ’60 e ’70, poi, diventerà centrale nella vita turistica romagnola.

Nel 1981 uscì il suo primo grande successo, I dialetti e l’Italia. A sua cura vennero pubblicati tre volumi dal titolo Romagna, vicende e protagonisti. Piccola curiosità: ha curato le traduzioni in Persia di quattro grandi poeti italiani, e cioè Ungaretti, Montale, Quasimodo e Cardarelli.

Insomma, Walter della Monica sa quello che fa e quello che scrive, e Poeti e scrittori di Romagna non è da meno.

Il libro, oltre a foto e biografie piuttosto corpose, raccoglie anche alcuni brani esemplificativi, come poesie o articoletti. Sicuramente, per chi vuole approfondire di più la conoscenza del panorama letterario romagnolo, è il libro perfetto. Oppure, per chi già conosce ogni autore e ogni poesia, è un ottimo strumento per avere una specie di piccolo bignami sempre a portata di mano.

Come si legge sulla sinossi di Google Books, “Walter Della Monica sa bene che la letteratura è uno dei grandi luoghi dell’identità, perché deposito di quel che siamo o di quel che pensiamo di essere o di quel che vorremmo essere, ed è perciò del tutto consapevole del valore della sua operazione: che è certamente e in primo luogo espressione dell’uomo nella universalità delle sue istanze, ma è anche la storia della Romagna sotto la specie delle lettere, la geografia della nostra anima, espressa nelle invenzioni narrative e poetiche delle quali questo libro è documento ricchissimo”.