
Le opere del riminese Nicola Levoli, vissuto nel XVIII secolo, hanno una particolarità: sono quasi tutte nature morte con soggetto… il cibo.
Remigio Enrico Policarpo Levoli, nato nel 1728 a Rimini, non ebbe un’infanzia facile. Rimasto orfano all’età di 8 anni, dovette presto indirizzarsi verso la vocazione ecclesiastica, accantonando, in un primo momento, la sua vera passione: la pittura.
Così “nel 1747 entrò nel monastero agostiniano di San Giacomo Maggiore di Bologna e l’anno seguente prese i voti solenni, assumendo il nome […] di Nicola”. Con queste parole il sito del Comune di Rimini ricorda il pittore e la sua produzione, che è stata solo di recente riscoperta.
Nella stragrande maggioranza dei casi, così come si può notare sia osservando l’immagine di copertina che scorrendo la galleria delle opere dell’artista, Levoli fu pittore di nature morte. Ciò che le accomuna tutte è la presenza costante del cibo, nettamente il soggetto che il pittore-monaco predilesse.
Una sua Natura morta con cacciagione e prosciutto si trova in una collezione privata di Parma e testimonia, rappresentando appunto il famoso affettato, la qualità e l’eccellenza dei prodotti alimentari emiliano-romagnoli.